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NovaxnoVi è qualcosa di bizzarro nella rappresentazione mediatica delle iniziative politiche di reazione ai più recenti provvedimenti del governo, esemplificata dalla banalizzazione con cui tutti coloro che sollevano dubbi su un vaccino ancora sperimentale vengono facilmente liquidati come "No vax", a suggerire l'idea che si tratti di persone fissate con posizioni antiscientifiche nei riguardi della totalità dei vaccini e non individui perplessi riguardo a un vaccino in particolare. La recente contestazione del ministro Speranza a Pesaro è stata ugualmente bollata come opera dei "No vax", anziché collocarla nella sua reale dimensione: la naturale espressione di cittadini esausti, non più disposti a tollerare provvedimenti antidemocratici che intervengono a gamba tesa sulle loro libertà fondamentali.

Sì, antidemocratici: ecco un tabù da sfatare. Non ci sono i fascisti in piazza coi "No vax" a contestare i democratici al governo, bensì un governo che, dopo aver adottato misure antidemocratiche, illegittime e illiberali, viene liberamente, legittimamente e democraticamente contestato da cittadini che si trovano ormai nella posizione dei sudditi, in attesa dell'ennesimo decreto calato dall'alto che condizioni la loro libertà d'impresa e di circolazione, o che intervenga direttamente sulle modalità con cui gli italiani devono respirare, con o senza mascherina a seconda dei luoghi in cui si trovano.

Questo porta inevitabilmente a rompere un secondo tabù, ovvero: la cultura di sinistra alla quale si rifanno personaggi come Roberto Speranza non è affatto democratica. E questo non soltanto perché il ministro ha detto apertamente di aver visto nella pandemia un'occasione per costruire un' egemoniaculturale di sinistra, ma perché, più semplicemente, è di matrice comunista e non democratica. L'autoritarismo con cui viene gestita l'emergenza covid non è l'unico esempio: basti pensare al modo in cui la cultura di sinistra si è rapportata alla figura di Marco Pannella, alternandosi tra la rimozione e la rilettura della sua figura. La censura micidiale che ha subito quando era in vita fa il paio con i tentativi di smussarne gli angoli e rappresentarne solo il lato che possa piacere a certa sinistra. Cancellare o inglobare, questo il metodo che ha usato l'Unione Sovietica nei riguardi degli intellettuali ed è lo stesso trattamento riservato oggi al leader radicale.

Lo vediamo anche qui, nella nostra Teramo, dove l’associazione “Teramo Nostra” ogni anno ormai organizza un “premio Pannella” che di pannelliano non ha assolutamente nulla, in cui solleva questioni se vogliamo pure legittime, legate a problematiche sociali e culturali, ma non fa altro che associare la figura di Pannella ad istanze che semplicemente non le erano proprie, accostandola alla retorica della sinistra di regime rispetto alla quale lui ha lottato tutta la vita per mantenere l'alterità, difendendo i contenuti liberali delle sue posizioni.

Del resto, oggi la lezione di Marco sarebbe terribilmente scomoda specialmente per la sinistra, che si sta affannando a censurare o, nella migliore delle ipotesi, a negare ogni forma di legittimità alle iniziative politiche dell'estrema destra – la quale, in un'ottica democratica, avrebbe diritto al pari di chiunque altro a esprimere le proprie opinioni, almeno quanto i cittadini dovrebbero essere informati delle sue iniziative. Ne è un esempio la recente denuncia per estorsione a proposito del “Green Pass” presentata dal segretario di Forza Nuova Roberto Fiore contro il premier Mario Draghi: 62 Procure hanno avviato indagini a carico del presidente del Consiglio, eppure la stampa tace.

Immaginiamo che fosse stato Berlusconi ad essere indagato in 62procure: i "giornaloni" non avrebbero titolato con questa 

sulle prime pagine? Invece verso Forza Nuova (e a difesa del governo) scatta compatta la censura. Ecco perché dà ancora tanto fastidio il vero Pannella, quello che trasmise il discorso di Giorgio Almirante a Radio Radicale: meglio dimenticare com'era e celebrarne una memoria edulcorata.

Rimane però una domanda: se le sue idee e i suoi principi sono oggi più censurati di quando era ancora in vita, non sarà perché, rispetto al passato, sono più scomode adesso, con la democratica sinistra al governo che istituisce discriminazioni tra i cittadini invece di rispettarne la libertà di coscienza come in un regime comunista qualsiasi, mentre i cosiddetti “fascisti” si ritrovano soli a difendere la Costituzione antifascista?

VINCENZO DI NANNA

Segretario Amnistia Giustizia Libertà Abruzzi