Una sconfitta cocente qual è quella la Russia ha inflitto alla NATO ha delleconseguenze epocali, non solo di tipo economico, ma soprattutto politico: l’intero assetto degli equilibri è stato stravolto e l’Occidente ha perso la supremazia mondiale.
Ma un nuovo ordine mondiale dominato dall’affermazione della supremazia della Russia come prima potenza militare potrà mai esser accettato dalle elitesglobaliste che da Londra e Washington hanno prima provocato e poi alimentato la guerra in Ucraina?
Per costoro, purtroppo per noi, si tratta di una realtà che non riescono ad accettare e per modificarla, sembrano esser disposti a tutto, persino ad accettare il rischio (per noi) di un’estendersi del conflitto che, con irresponsabile cinismo, chiamano “scambio nucleare”.
Ma i Russi, ancora una volta, hanno stupito il mondo e dimostrato, da una parte tramite il lancio del primo missile ipersonico “oreshnik” di poter colpire il nemico senza possibilità di difesa per chi è attaccato; dall’altraintercettato e abbattuto con facilità i missili “atacams”lanciati da personale militare americano contro il territorio russo.
È chiaro che il lancio di quest’ultimi missili, autorizzato dal governo Biden dietro pressione del governo inglese, non ha mai perseguito lo scopo di ribaltare le sorti di un conflitto ormai perso, bensì di provocare la Russia, sino ad arrivare ad un’escalation e, potenzialmente, alla terza guerra mondiale.
Così come non risolverebbe il conflitto la spedizione sul fronte ucraino di contingenti militari inglesi e francesi,per supplire alle gravissime perdite subite dal povero esercito ucraino.
Resta da comprendere come si possa anche solo immaginare un così delirante progetto di guerra, quando è ormai evidente la superiorità militare russa, sia sul piano della guerra tradizionale che su quello di tipo nucleare, con la disponibilità di missili che possono trasportare testate atomiche senza esser intercettati e contro i quali non c’è difesa.
Ma il buon senso e la ragione sembrano aver abbondato i leaders europei e vale la pena ricordare come, ad esempio, il presidente del consiglio Mario Draghi siapersino giunto ad affermare che le velleitarie sanzioni contro la Russia avrebbero provocato la caduta del regime dello “zar”.
Un’idiozia, tanto che è accaduto l’esatto opposto: le sanzioni, com’era prevedibile, hanno semmai rafforzato il consenso di Putin, fatto crescere l’economia russa e trasformato il paese nella prima potenza militare mondiale, mentre hanno finito per danneggiare chi le ha imposte.
Una realtà che le elitesglobaliste non riescono proprio ad accettare, al punto d’aver concepito un primo attentato alla vita del presidente Trump, la cui temuta rielezione davano per certa, nonostante i sondaggi elettorali fasulli diffusi ad arte dai media mainstream.
Ma, appunto, si tratta solo di un primo attentato e l’ipotesi di nuovi attentati anche sotto falsa bandiera,appare oggi tutt’altro che remota e non si può certo escludere che le elites che hanno spinto per l’utilizzo dei missili sul territorio russo, stiano già progettando attentati anche tramite l’utilizzo di testate nucleari, la cui paternità i media maistream proveranno poi ad attribuire ai Russi, così come hanno provato a fare con il sabotaggio terroristico dei gasdotti nordstream.
Ma quale l’obiettivo di possibili attentati sotto falsa bandiera?Creare un’ondata d’indignazione e così costruire il consenso ad una guerra che, al momento, i popoli europei non vogliono affatto.
Dunque, sino all’insediamento di Trump alla Casa Bianca dobbiamo purtroppo aspettarci una serie di azioni che non sembrano aver altro scopo che quello di provocare un’escalation del conflitto, persino tramite il ricorso ad “incidenti” nucleari sotto falsa bandiera.
Ma, se così fosse, stanno facendo i conti senza l’oste e questa volta i russi, ai quali non può esser ignoto un simile scenario in parte già evidente e certo prevedibile, potrebbero giocare di “contropiede” e sferrare per primi un attacco.
È chiaro,allora,che un errore di valutazione potrebbe condurre all’olocausto nucleare.
Vincenzo di Nanna
Ma una cosa è certa: Putin non ha abboccato alla provocazione anche perché sa di dover attendere l’insediamento del nuovo presidente Donald Trump alla Casa Bianca.