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VaccinocovidIl giorno della Befana riceverò un dono bellissimo: il vaccino!

Non voglio assolutamente parlare del perché vaccinarsi, men che mai di cosa contiene e del perché non bisogna temerlo; esistono pareri e fonti molto più degne.

In giro sul web si legge tutto e il contrario di tutto e personalmente consiglio sempre di ignorare qualunque parere non autorevole, qualunque chiacchiera da laurea su Google.

Mi viene da sorridere a leggere “ ci cambieranno il codice genetico”, “ ci controlleranno”, ma si può davvero credere che una tale platea di uomini di scienza e una tale mole di denaro pubblico siano stati investiti per “ controllarci”?

Esistono i Dogmi? Ecco, facciamo così, per me questo vaccino è un Dogma e come tale me lo farò inoculare.

Ripongo in quella fialetta tanta speranza, mi auguro che ci conferisca una immunità duratura, auspico che le normali “mutazioni virali” non ne vanifichino l’effetto, sogno che rappresenti “l’inizio della fine” di questa terribile pandemia.

Annoierei chiunque raccontando cosa il COVID-19 stia rappresentando per il mondo intero, non c’è molto da aggiungere, mi piace solo condividere cosa ho pensato e provato quando ieri, finalmente, ho letto il mio nome sul calendario vaccinale Aziendale.

E’ stato come intravedere la luce in fondo al tunnel, un anelito di speranza di riavere la mia vita “normale”.

Ho letto di una donna di 108 anni che diceva più o meno così: sono sopravvissuta alla Spagnola, grazie al vaccino sconfiggero’ il covid!

E’ ovvio che la signora in questione vaccinandosi non sconfiggerà un bel niente, ma ho adorato il suo spirito di comunione, il suo sentirsi, anche a 108 anni, parte integrante di una comunità, quella mondiale, che unità proverà a combattere questo virus.

Il concetto e’ quello del “ nessuno si salva da solo”, del mare composto da un numero infinito di goccioline.

Questo “ mostro” lo sconfiggeremo solo in una visione totalitariae totalizzante dove ciascuno fa il proprio, in questo caso vaccinandosi.

Vaccinarsi e’ un atto d’amore per se stessi e per il mondo, un atto di solidarietà personale e soprattutto per le persone più a rischio di sviluppare la malattia e nella sua forma più grave.

Non ho approvato personalmente tutti i dpcm, allo stesso tempo credo che prendere decisioni in questo momento sia difficilissimo e che non e’ possibile fare scelte che accontentino tutti, ma qualcuno le decisioni deve pur prenderle e a noi tocca obbedire, senza cercare la critica sterile e la furbata per eludere le regole: non imbrogliamo nessuno, se non noi stessi.

Violare le regole non fa altro che render facile il lavoro del virus, che ahimè viaggia con noi ed e’ come se desse una bella pacca sulla spalla ai furbetti della cena tra amici proibita o della festicciola a serrande abbassate.

Questo virus ha ucciso prima di tutto le persone, tante, tantissime, ma ha ucciso di conseguenza le nostre economie, questo virus ha ucciso, e’ vero, la nostra libertà.

La libertà di prenderci per mano, di abbracciare chi amiamo, di vedere gli amici, di viaggiare.

Questo virus ci ha allontanati; lo vedo quando faccio jogging ( ovviamente con la mascherina), se anche solo qualcuno ti passa accanto vedi nei suoi occhi la paura, la diffidenza, per carità giusta e giustificata, perché solo considerando tutti potenzialmente infetti, fino a prova contraria, possiamo proteggerci.

Ridendo e scherzando, forse meglio sarebbe dire piangendo e rattristandoci, e’ quasi un anno che viviamo cosi, e io personalmente comincio davvero a non poterne più.

Cosi la Befana che mi porta il vaccino per me e’ “ la manna dal cielo”, un segno di speranza.

Non credo il vaccino sarà il “ Deus ex machina”, dubito che da solo possa funzionare, perché non abbiamo idea di quanto durerà l’immunita’, perché vaccinarci tutti richiedera’ un tempo lunghissimo, ma e’ un inizio e non e’ che siccome non hai l’arma più forte non combatti per nulla!

Mi piacerebbe che tutti si vaccinassero, mi piacerebbe non leggere più amenità che mettono in dubbio un anno di lavoro da parte di chi il vaccino lo ha studiato e creato, mi piacerebbe che quel pizzico di paura ogni volta che ci iniettano qualunque sostanza nel corpo sia comunque nulla rispetto alla gioia di “ fare la nostra parte”, di sentirci uno di tutti.

Concludo parafrasando una frase di Rosellina Baldi ( che a sua volta parafrasava una frase di Churchill dopo la battaglia di Inghilterra) che mi e’ sempre rimasta impressa sul retro del suo libro “ all’erta siam razzisti” e adattandola a questo particolare momento storico :

Se ciascuno di noi facesse davvero i conti con se stesso a proposito del vaccino, questo confronto potrebbe rappresentare, se non il principio della fine, almeno la fine del principio.

 

Alessia Di Ferdinando

ALESSIADIFERDINANDO