Alessia Di Ferdinando, conosciutissima dottoressa dell’ospedale di Sant’Omero, cura sulle pagine di certastampa una sua rubrica “Dell’amore e di altri demoni”. Quella che state per leggere, però, è una storia diversa. È la storia del furto che ha subito qualche giorno fa, quando in tre sono entrati nel suo appartamento a Giulianova. Svuotandolo. A loro, è indirizzata questa sua lettera…
Ladri
Vi siete mai chiesti cosa proviamo quando venite a farci visita signori “ ladri”?
Io si, tante volte, e da domenica mattina posso raccontarlo.
Sabato notte, in tre, vi siete introdotti in casa mia, avete rubato tutto ciò che avevo, avete seminato oggetti e paura, rovistato nei miei armadi, vi siete impossessati di oggetti e ricordi.
Avete preso tanto, tutto quello che di valore avevo, ma per voi quelle cose hanno solo il profumo dei soldi che ricaverete, per me profumavano di ricordi, una vita di ricordi… dalla fedina del mio primo fidanzato a tutto quello che in tutti questi anni avevo acquistato col mio lavoro.
Il lavoro che svolgo alla luce del sole e fiera di farlo, al lavoro di chi tante cose me le aveva regalate e anche quelle sudate.
Ho aperto la porta di casa e il mio mondo puzzava di voi, avete rubato anche i miei profumi, ma emanerete comunque sempre un pessimo odore; nonna diceva che la puzza non si copre col profumo ma col sapone, il sapone per gente come voi non esiste.
Avete rubato tutte le mie cinte, ora mi cadono i pantaloni, oltre alle braccia e alle lacrime.
Avete preso tutte le mie borse, dovrò abbracciarli i miei ricordi, perché non ho più dove metterli.
Avete i miei orologi, dovrò immaginarla l’ora in cui non dovremo più vivere nella paura.
I miei anelli e i miei orecchini sono nelle vostre mani, dovrò brillare solo del mio sorriso; perché un po’ sorrido cari signori ladri, perché penso che anche se da domenica vivo blindata e con l’ allarme inserito anche di giorno, potrei anche lasciare tutto spalancato, perché mi avete lasciato in mutande… almeno quelle non le avete volute.
Se come si dice gli oggetti hanno una memoria, chi comprerà a 4 soldi tutto ciò che era mio, udirà borbottare le mie borse come quando non riuscivo a trovare le chiavi, udirà i “ grazie e’ bellissimo” a scartare quei regali, udirà i “ ti amo” quando indossavo quegli anelli…
Io vi ho visti in faccia nelle riprese delle telecamere e guardarvi è stato orribile, mentre entravate e poi uscivate col mio zaino carico delle mie cose sulle vostre spalle, ho provato schifo, tristezza e sconforto.
Chi ci difende da voi cari signori ladri?
Le forze dell’ordine decimate dalla carenza di mezzi e personale?
La giustizia che diffida noi se magari ci difendiamo da soli?
La vostra macchina, le vostre facce, gli orari precisi in cui arrivate e andare via sono nelle mani delle forze dell’ordine, qualcuno cercherà di guardare le riprese delle telecamere comunali per cercarvi?
In questo paesello di poche anime in cui si contano più furti che persone?
Chi ci difende signori miei?
Chi difende questa povera Italia da gente come voi?
Chi ha il coraggio di chiamarlo ancora “ il bel Paese”?
Lo sapete cosa si prova signori ladri a rientrare in casa propria dopo la vostra visita?
rabbia e tristezza, perché in quegli oggetti c’era una vita, di persone, eventi, traguardi… ci penseranno i miei neuroni a non cancellare niente, sicuramente non avrò il coraggio di comprare più qualcosa di valore, perché non vorrei farvi altri regali, metti che decidiate di tornare, e questo è quello che non potrò mai perdonarvi, perché cari signori ladri, quello che lasciate nelle nostre case, nei cassetti aperti e negli armadi spalancati è soprattutto la tristezza, di non essere padroni di nulla e la paura, sì la paura, che quello che noi persone oneste con tanti sacrifici compriamo poi finisca nelle vostre mani, luride.
Lo sapete voi quanto valgono 47 anni di ricordi? Mille volte di più del vostro grasso bottino, ma non potete capire, voi potete solo uccidere sogni e speranze, seminare dolore e devastare appartamenti.
ALESSIA DI FERDINANDO