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Non ci sono cétégorie

AlexiaDell’amore e di altri demoni, dello sconforto e di quell’alito di forza che ti senti scorrere sempre e comunque nelle vene, anche quando non ne trovi una apparente ragione, di quando sei a terra e non sei abituato a starci e ti scrolli la polvere e inspiegabilmente ti ritrovi a sorridere piano piano, e la senti la vita che scorre, avanza, prepotente dirompe, nonostante tutto.
Mi hanno detto “ti sei sempre rialzata lo farai anche questa volta”; ho risposto “mi sono quasi stancata di rialzarmi, preferirei non cadere”, ma magari, a pensarci bene, mentivo.
Anche questa volta rubo a Stefano Benni, che e’
Sempre riuscito a strapparmi una lacrima e un sorriso nella stessa pagina, il suo “ e anche se il vento ci soffia contro, abbiamo sempre mangiato pane e tempesta, supereremo anche questa”e lo supererò anche grazie alle tantissime manifestazioni di affetto e solidarietà che ho avuto dopo la pubblicazione del mio ultimo articolo, grazie alle parole gentili di qualcuno che nemmeno conosco e mi scrive il suo numero di telefono “
Metti che hai voglia di parlare”, e tra le varie persone che lo hanno fatto mi e’ rimasta impressa una donna che mi dice che le farebbe piacere se la chiamassi perché quando e’ stata operata nel mio ospedale io con lei sono stata gentilissima.
Forse non vi chiamerò, in questo momento il dolore lo voglio soffocare, non voglio dargli voce, voglio che affoghi e poi scivoli via, con i suoi tempi per carità, ma che lo faccia.
E con questo voglio dire grazie a tutti perché davvero ti possono “ lasciare in mutande”, ma quello che ci portiamo dentro, quello che abbiamo dato e fatto, non potrà mai entrare nella lista malinconica della refurtiva da consegnare alle forze dell’ordine.
Se ci rubano oggetti vorrà dire che li ricompreremo, se mai ne avremo voglia, o anche no, se ci renderemo conto che non ne abbiamo più bisogno… e se ce li ruberanno ancora, noi ancora li ricompreremo finché avremo la forza di farlo.
Da domenica giro con la unica borsa rimasta, mezza rotta, per una beffarda coincidenza quel giorno indossavo la borsa più vecchia che ho, o forse non e’ stato un caso, perché e’ stata la mia “ prima bella borsa”, che comprai con il primo stipendio e che quindi e’ bene sia rimasta nelle mie mani a ricordarmi la strada, percorsa e sudata, in salita e piena di ostacoli ma anche di mete… e questa borsa mezza rotta non ho voglia di cambiarla, non ho voglia di comprarne una nuova.
Non ho più un orologio? in fondo li ho sempre odiati, detesto la scansione del tempo, preferisco la vita che si porta appresso scorrendo.
Non ho più gioielli? non ho mai nascosto di preferire la bigiotteria “ rumorosa”
Perché mi assomiglia di più.
Ho paura a star sola a casa? Vorrà dire che sarà la mia nuova palestra, vorrà dire che diventerò ancora più forte…
Ancora grazie a tutti, perché ancora una volta mi avete dimostrato che qualcosa di buono lo ho fatto e non e’ poco e ancora grazie a tutti perché mi avete ricordato, anche se lo ho sempre urlato, che le cose più preziose della vita non sono cose.

ALESSIA DI FERDINANDO