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AlealexMa voi le ascoltate le persone che parlano?ascoltate o fate finta di sentire? Forse annullate i bassi? vi concentrate sulle parole o su quello che vogliono dire, urlare?
Io ascolto, anzi scendo talmente nel profondo che credo sentano il dolore del cuore che gli sto graffiando e degli spazi che creo tra le idee espresse e quelle taciute, per leggere più a fondo, molto più a fondo, al
Limite col loro baratro.
Benvenuti negli anni della solitudine, dell’ egocentrica mostra del se’ , del se’ esterno, perché quello interno potete solo percepirlo.
Anno ventiventitre in cui le palestre diventano le nuove sette dell’io, i personal trainer i nuovi psicoterapeuti: stenditi sulla panca piana che ti curo le ferite dell’anima, quelle che non racconti ma urli alle ultime ripetizioni, quelle che ti portano a cedimento, quelle che fanno male ma alleviano ogni male; danneggiala la
Fibra muscolare altrimenti non cresci.
La carnitina ha sostituito lo spritz, non serve più incontrarsi con gli amici, parlare e’ superfluo, scontato, vetusto.
La meditazione e’ una mano santa ma se non sai farla cullati al saliscendi del multipower, carica la pressa, focus glutei o quadricipiti, l’importante è che non sia focus cuore o testa, spingi di più, oltre il tuo massimale puoi stimolare il nervo vago e svenire, ma il dolore al massimo arriva allo stomaco e sei salvo gymbro.
Esibiamo tartarughe come corazze, così si nasconde l’anima e no, non ti avevo scelto perché eri bello, ma perché emanavi un buonissimo profumo.
Non servono gli amici, l’ultima serie su netflix ti riempirà le giornate e pure le notti se non riesci a dormire.
Benvenuti negli anni in cui tutto si cura focalizzandosi su se stessi, implodendo nell’io; mostra con uno splendido selfie e con le giuste luci e i giusti filtri i tuoi muscoli, non osare proferire parola, pensala e non dirla a nessuno, in caso.
Gli anni del social silenzioso, fatto di immagini, ahimè spesso false e filtrate da sorrisi che si fermano sulla telecamera, perche quelle vite fantasmagoriche non esistono quasi mai ahimè o per fortuna, anno ventiventitre in cui ci piace credere che tutto sia possibile e se non e’ possibile e sei debole puoi sempre farla finita e buonanotte ai sognatori.
Parola d’ordine AirPods Pro e premi sull’ asticella per annullare i rumori esterni, non sia mai qualcuno voglia interagire con te e non mi sembra il caso.
Il covid è passato o non e’ più di moda, ma paghiamo i residui post- bellici di una guerra fredda che ci ha rinchiusi e isolati e “ noi, quelli di allora, non siamo più gli stessi”.
“Dimmi una città che ti ha cambiato la vita”:Wuhan o Codogno da cui tutto e’ partito, ne sono certa, caso zero, giorno zero, bellissimo il monologo di Ambra, e da lì che si riparte…
Angeli biondi funzionali a se stessi, sorrisi bellissimi con dolori antichi, splendidi totem, non svelati abbastanza e non ti azzardare a farlo che potrebbe essere usata contro di te, o-g-n-i-s-i-n-g-o-l-a-p-a-r-o-l-a.
Strade deserte anche il sabato sera, dove siete finiti tutti? E’ la crisi economica o la crisi personale che non ci fa uscire?
Sarà il mio prossimo compleanno un compleanno di auguri su whatsapp o peggio ancora su facebook? ma io ho tolto la data così me li risparmio che non ci leggo l’amore.
Se si ferma whatsapp sembriamo finiti su un’isola deserta di disperazione e disperata solitudine.
I bambini giocano almeno, certo meno per strada, beati i loro ingenui sorrisi, gli unici rimasti, ripongo in voi ogni speranza, che non tolgano anche a voi la voglia di condividere se non con una foto, che vi torni la voglia di nascondino o rubabandiera, le ginocchia sbucciate che erano la nostra palestra e poi ti beccavi anche le urla di mamma a rincarare la
Dose e a chiudere il cerchio.
Lo fanno ancora “ i ragazzi del muretto”?… no, credo di no, secondo me lo hanno anche abbattuto e ci hanno messo un ripetitore, tanto a che serve, non ci andava più nessuno.

Non voglio dire nulla alla fine… rifletto tra me e me e non giungo al finale, malinconico sfogo senza una morale, senza un lieto fine…

No consulenze via whatsapp, usate il telefono… recita il mio stato, speriamo che qualcuno lo legga perché poi rispondo con un si e un no e voi mi credete arrabbiata, invece che annoiata da una comunicazione che non mi piace e non mi appartiene e spero mai mi apparterrà.
Fine