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ALESSIADIFERDINANDOCiao papà

Ogni tanto ti penso, anzi spesso direi, ed e’ un ricordo che fa sorridere, il più delle volte.
Preferisco così, guardare il film della nostra vita e soffermarmi sui momenti belli, scorrendo velocemente gli altri.

Eri simpatico papà, avevi una incredibile verve, una incredibile voglia di vivere e senso dell’umorismo, i più grandi insegnamenti me li hai dati senza volerlo con quel tuo alleggerire sempre l’aria attorno a te…
Ci penso e credo di non averti quasi mai visto triste o preoccupato, avevi capito, credo, che i problemi se non li trattieni poi si risolvono da soli e se ti ci fai una bella risata sopra passano anche prima.
Sapevi e insegnavi l’immaterialità dei beni materiali… oggi ogni volta che mi accade qualcosa che comporta semplicemente una perdita economica ripenso al tuo “ sono solo soldi non ti preoccupare”…
Sorrido al pensiero dei millemila scherzi che organizzavamo alla mamma, la nostra vittima preferita… sorrido a pensare che continuo a organizzarne e mi ci piscio sotto dal ridere.

Mancano le favole dell’orso e delle mele papà, che ci raccontavi quando avevamo la febbre e sfrattavamo mamma dal lettone per dormire con te, tanto dormivi poco, e farci raccontare favole e aneddoti…

Non ricordo papà un solo rimprovero, non ricordo un tono di voce più alto, non ricordo un “ devi”, nemmeno uno, e se questo tuo modo di fare è stato l’apripista alla mia “ anarchia” attuale, allora semplicemente mi portava a obbedire senza bisogno di essere comandata, che lenza papà!

Avevi un innato senso estetico, amavi il bello, in qualunque campo, fino all’ultimo dei tuoi giorni anche immobile a letto, volevi vedere come ero vestita: ma quante borse hai Ale’? E quando ti dissi che non ne avevo più nessuna perché i ladri le avevano rubate tutte facesti spallucce, come spallucce feci io, triste solo del furto dei ricordi e non delle Louis Vuitton o dei Rolex.

Che fregno papà, quando volevo il primo anno lasciare medicina che si studiava solo fisica e chimica e tu dicesti “ fai come credi”… oh avessi una volta detto “ faicosifaicola’!” e quindi come avrei potuto arrendermi e magari deluderti?
Si studia ci si laurea, ci si specializza e si trova lavoro, da sola, tutto da sola, perché tu le scorciatoie non le hai mai considerate.

Pater

Se dovessi descriverti direi “ onesto”, terribilmente onesto e grazie per avermi trasmesso questa bellissima dote.

Ti scrivo e guardo il mare e lo amo come lo amavi tu, tra poco andrò a camminare come facevi tu…
Alla fine Osva’ non mi hai lasciato in eredità solo un orribile naso, perché se ci penso ti somiglio tanto, tantissimo anzi, pure nelle botte da matta, perché ogni tanto le avevi anche tu, io forse solo un po’ più spesso di te.

Ti ho salutato un mese fa, ultimamente non sorridevi più o non più come prima, invece in quella bara avevi il sorriso a denti stretti sagace e furbissimo che ti apparteneva, incredibile come a volte la morte riporti la pace sui volti…

La tua morte me la aspettavo da un momento all’altro purtroppo, ma non si è mai realmente pronti a perdere un genitore e smettere

così di esser figli, ma tant’è e così e’, se vi pare.

Lo so che non mi puoi leggere e nemmeno ascoltare, purtroppo lo so, infatti queste quattro frasi le scrivo per me, per mettere nero su bianco il mio “ grazie” immenso, gioioso e un po’ doloroso, per tutto quello che sei stato e che mi hai trasmesso e insegnato, non credo ci rivedremo mai, ma quel sorriso me lo ricordo e non passerà mai, neanche quando, pensandoti, avrò una dannata voglia di piangere…

ALESSIA DI FERDINANDO