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RUZZORETI2Se il proposito dell’Ersi, era quello di “smuovere le acque”, raccontando di quanto fossero “torbide”, con lo scopo di “agitarle” al punto di farle scorrere dall’altra parte del Gran Sasso… l’assemblea dei Sindaci di oggi si è rivelata… un buco nell’acqua.
Perché i Sindaci teramani, hanno guardato con sufficienza e distacco verso la piccola onda provocata dal sasso lanciato nello stagno dall’Ersi, con la nota paradossale della quale abbiamo scritto giorni fa (LEGGILA QUI) e hanno deciso di riconfermare la loro fiducia al Ruzzo.
Chiedendo che si avvii il procedimento che consenta di riaffiorare alla Società di via Dati la gestione del Servizio idrico integrato.
E non solo.
Perché, benché l’Ersi cercasse - dopo aver curiosamente sostenuto che i bilanci non sono poi così importanti - di proporre una sorta di commissariamento, nominando inediti “revisori della gestione”, i Sindaci hanno anche espresso apprezzamento sull’attuale governance e sui piani di risanamento avviati.
Unica voce contraria, quella del Sindaco di Teramo, Gianguido D’Alberto, orfani questa volta di un altro oppositore storico, cioè il primo cittadino di Bellante, che era assente, mentre il Sindaco di Castelli, Seca, che in passato aveva avuto anche note critiche sulla gestione, ha chiesto di riconfermare l’affidamento al Ruzzo.
Anche perché, ed è dettaglio affatto trascurabile, l’alternativa non è affidare la gestione ad un’altra società teramana, ma di vederla finire a L’Aquila, magari nelle mani di un ipotetico (ma neanche poi tanto) gestore unico regionale che non avrebbe, ovviamente, lo stesso interesse diretto che può avere una società del territorio.
Ma i Sindaci - tranne D’Alberto - sono soddisfatti del Ruzzo attuale e vogliono che prosegua nella gestione.
A proposito dei Sindaci, siamo riusciti a “rubare” una nota di sintesi, che palesa quali siano i “numeri” dell’attuale società e perché, soprattutto, sia stato necessario fare ricorso al lavoro somministrato.
Di chi è la colpa?
La risposta vi stupirà:
«L’impossibilità di organizzare concorsi a causa della posizione immotivata dell’ ERSI e l’esigenza di dare continuità al servizio pubblico hanno costretto la Società a ricorrere sempre più al lavoro somministrato (Nel 2011 il Ruzzo aveva 232 dipendenti e 24 “somministrati”, oggi 179 dipendenti e 105 “somministrati”). L’eventuale procedura selettiva pubblica, porterebbe tra l’altro, ad un’ulteriore riduzione dei costi di circa un 15-20% (costo agenzia interinale). Il costo del personale negli ultimi tre anni è diminuito di circa 1.000.000,00 di euro con una previsione per il 2022 di una riduzione di ulteriori 180.000,00 euro. Per quanto riguarda il costo del lavoro straordinario si è confermata la una riduzione di tali costi di circa il 20% che si aggiunge all’ulteriore riduzione del 2020 di circa il 40%».
E non solo, perché sul fronte dei bilanci (quelli che sembrano essere, secondo l’Ersi, poco indicativi della qualità della gestione) quelli degli ultimi tre anni, sono stati migliori risultati nei bilanci dal 2010 ad oggi, con un aumento progressivo degli investimenti (+ 60% negli ultimi 3 anni) e oltre 8 milioni di crediti recuperati nel solo anno 2021.
Certo, c’è ancora moltissimo da recuperare, ma intanto…
Da ultimo, è emerso a margine dell’assemblea di oggi, che la recente nota dell’Ersi (del 28 gennaio 2022) chiede una serie di dati tutti già in possesso dell’Ente di Controllo Regionale in quanto già tutti inviati e protocollati.
Eravamo partiti in un trionfo di metafore “acquatiche”, non possiamo chiudere in maniera diversa. Ma è fin troppo facile, basta dire che se il vertice dell’Ersi cercava oggi di tirare l’acqua al proprio mulino, si è perduto in un bicchiere d’acqua… col rischio di ritrovarsi con l’acqua alla gola… politicamente parlando.