In Italia in media oltre un terzo dell'acqua immessa nella rete di distribuzione viene sprecata. Nel 2020, il 36,2% dei volumi immessi in rete è andato perduto, in base ai dati relativi ai soli capoluoghi. Attraverso i dati del censimento delle acque per uso civile, emerge come nel 2018 il livello di dispersione della rete idrica comunale raggiungesse il 42% in Italia. Con punte del 47,9% per l'acqua immessa nelle reti del mezzogiorno. In questo quadro, proprio l'Abruzzo è la regione con la maggiore dispersione idrica: 55,6% di quanto immesso in rete. Una cifra superiore di oltre 13 punti rispetto alla media nazionale e in crescita rispetto alla rilevazione precedente. Anche se Teramo è la provincia che può vantare il primato di essere, in Abruzzo, quella con minore dispersione: 27,3% nel 2018, in miglioramento di oltre 11 punti rispetto al 38,4% del 2015, questo non deve far dormire sonno tranquilli. Anche perché l’acqua è, per la nostra realtà provinciale, un vero fattore di sviluppo economico, come nel caso del turismo, che deve poter contare su un servizio efficiente.
Per questo, il progetto del “POTENZIAMENTO DELL'ACQUEDOTTO DEL RUZZO CON REALIZZAZIONE CONDOTTA LITORANEA ADDUTTRICE”, l’opera da 18 milioni di euro che il Ruzzo ha varato, si pone come fondamentale, perché risolverà per sempre i problemi estivi di servizio idrico sulla costa teramana, col completo soddisfacimento delle esigenze della popolazione dei comuni rivieraschi di Giulianova, Tortoreto, Alba Adriatica e Martinsicuro. I lavori prenderanno il via a settembre e, con questa nostra rubrica “Storia d’acqua”, certastampa li seguirà passo passo,