“I governi degli ultimi venti anni non hanno investito un solo euro nel settore idrico, il presidente del Consiglio Mario Draghi proprio nelle comunicazioni sulle sue dimissioni in Parlamento ha ribadito la necessità di invertire la rotta e sottolineato che nel Pnrr sono stati previsti 4,3 miliardi di euro per il comparto: nel dettaglio, 2 miliardi per infrastrutture, 900 milioni per riduzione perdite nelle reti, 880 milioni per migliorare l’utilizzo in agricoltura e 600 milioni per fognature e depurazione. Cifre assolutamente insufficienti, non solo all’interno del Pnrr (valgono meno del 2 per cento dell’intero piano, a dimostrazione dell’attenzione sul settore), ma anche in termini assoluti. Sono una goccia nel mare necessario a far avvicinare l’Italia al resto dell’Unione e ad affrontare gli anni futuri che si annunciano tremendi». Così scrive l’Espresso, in una interessante inchiesta dedicata all’acqua, in tutte le sue declinazioni. Un ‘inchiesta che evidenzia quale sia la necessità di dare al sistema idrico una nuova attenzione, soprattutto potenziando le reti. In questo senso, il progetto del “POTENZIAMENTO DELL'ACQUEDOTTO DEL RUZZO CON REALIZZAZIONE CONDOTTA LITORANEA ADDUTTRICE”, l’opera da 18 milioni di euro che il Ruzzo ha varato, si pone perfettamente in linea con quelle che sono le linee guida europee e, sopattutto, con le stesse indicazioni delle Nazioni Unite sull’uso razionale della risorsa idrica. Potenziare la linea litoranea, con un progetto che vedrà l’apertura dei cantieri ormai tra pochi giorni, significa infatti non solo rimediare alle dispersioni (benché la provincia di Teramo sia tra le più virtuose) ma anche anticipare il futuro, offrendo inoltre a tutti i Comuni della costa Nord teramana, da Giulianova a Martinsicuro, una garanzia di disponibilità d’acqua h24, sia in inverno sia, soprattutto, in estate, quando la popolazione aumenta a dismisura.