Sono 2 milioni le aziende operanti in Italia nella filiera estesa dell’acqua, con un fatturato del settore del ciclo idrico esteso che nel periodo 2013-2019 è cresciuto del +4,4% in media all’anno, raggiungendo un valore di 21,4 miliardi di Euro. Da un punto di vista occupazionale cresce annualmente (sempre nel periodo 2013-2019) del +1,7%, il doppio rispetto a quello ottenuto dalla media delle imprese italiane e superiore alla media del settore manifatturiero, che è rimasto sostanzialmente fermo nel periodo (+0,1%). In pratica, se si considerasse il ciclo idrico esteso come un unico settore, si posizionerebbe come 2° comparto industriale per crescita occupazionale nel periodo 2013-2019, su 50 settori censiti. Nonostante questa evidente importanza, il settore soffre di un limitato tasso di investimento. Con 40 euro per abitante all’anno (rispetto a una media europea di 100 Euro, l’Italia è agli ultimi posti nella classifica europea per investimenti nel settore idrico, davanti solo a Romania e Malta. Le infrastrutture idriche sono obsolete e inefficienti. Circa il 60% della rete idrica nazionale ha piùÌ di 30 anni e il 25% ha più di 50 anni. Il 47,6% dell’acqua prelevata per uso potabile viene dispersa. In questa ottica assume grandissimo valore il progetto “POTENZIAMENTO DELL'ACQUEDOTTO DEL RUZZO CON REALIZZAZIONE CONDOTTA LITORANEA ADDUTTRICE”, l’ intervento da 18 milioni di euro, destinato a cambiare completamente il sistema di rifornimento dei Comuni di Giulianova, Tortoreto, Alba Adriatica e Martinsicuro, arrivato alla fase dei lavori, sia pure con qualche inevitabile ritardo sulla prevista tabella di marcia, a causa della difficoltà nell’approvvigionamento dei materiali.