Anche se col progetto “POTENZIAMENTO DELL'ACQUEDOTTO DEL RUZZO CON REALIZZAZIONE CONDOTTA LITORANEA ADDUTTRICE”, l’ intervento da 18 milioni di euro, destinato a cambiare completamente il sistema di rifornimento dei Comuni di Giulianova, Tortoreto, Alba Adriatica e Martinsicuro, la Ruzzo reti si porrà tra le prime e più innovative aziende del ciclo idrico esteso in Italia, per quello che riguarda gli interventi di miglioramento delle reti, l’Italia deve ancora affrontare una rivoluzione culturale. Sebbene la qualità dell’acqua che esce dai nostri rubinetti sia tra le migliori d’Europa, siamo inspiegabilmente primi per il consumo di acqua minerale in bottiglia, 200 litri pro capite annui, mentre la media dei Paesi europei è di 118 litri. Tale abitudine provoca degli effetti sulla sostenibilità ambientale: in Italia sono consumate circa 8 miliardi di bottiglie di plastica ogni anno (di cui solo 1/3 riciclabile), circa il 17% del totale europeo, la cui produzione ha generato oltre 1,2 milioni di tonnellate di CO2.
Se nella tutela delle coste si registra una buona performance (siamo settimi in Europa), lo stesso non si può dire per la gestione dei fiumi: «Se si analizza la richiesta biochimica di ossigeno (una misura chiave dello stato di salute dei fiumi) l’Italia si trova alla 22° posizione con una richiesta di 2,04 mg/litro rispetto alla media europea di 2,00, dunque caratterizzati per un livello di pulizia non ottimale. Secondo gli scienziati la soglia per definire un fiume in salute è 1 mg/litro. Avere più acqua è importante. Non sprecare l’acqua è fondamentale. Ma anche proteggere l’ambiente, dalla cattiva gestione dell’acqua, è uno dei traguardi. Forse il primo.