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ACQUABELLA«La rete di distribuzione idropotabile in Abruzzo, e in particolare a Chieti e Pescara, è in pessime condizioni. Il Report sull’acqua relativo agli anni 2020-2023, pubblicato dall’Istat nel marzo scorso, certifica il sostanziale fallimento dell’operato di molte delle aziende a capitale pubblico alle quali è affidata la gestione delle reti idriche nel territorio regionale. L’Abruzzo nel suo complesso è nella top cinque negativa della dispersione idrica, al secondo posto assoluto col 62,5% (dati del 2022, gli ultimi al momento disponibili, ma nulla lascia pensare che nel 2023 possa esserci stata una inversione di tendenza) e tra le sole cinque regioni che perdono per strada più della metà dell’acqua prelevata dalle sorgenti. Peggio di noi solo la Basilicata (65,5%)». La denuncia è del Wwf Abruzzo, che spiega: «Nei capoluoghi di provincia la situazione è altrettanto allarmante: Chieti sciupa nelle reti il 70,4% dell’acqua immessa ed è seconda tra le città meno virtuose d’Italia, preceduta solo da Potenza (71%) e inseguita da L’Aquila (68,9%). Pescara perde il 54,8%, dato che la colloca in 21esima posizione. Se la cava unicamente Teramo (27,9%) con l'acquedotto del Ruzzo. Un’eccezione positiva che non cancella la situazione complessiva da incubo».
In totale, nel 2022 – lo ha ricordato recentemente anche Confartigianato - nella nostra regione sono stati immessi in rete 253,4 milioni di metri cubi di acqua, pari a 545 litri pro capite al giorno, ma ne sono stati erogati solo 95,1 milioni, cioè 205 litri pro capite (214 in Italia).