CORALE: SETTIMANALE DI RICERCA SULLA POESIA ITALIANA CONTEPORANEA
Poeta: BRUNO DI PIETRO
da “acque/dotti – (FRAMMENTI DI MASSIMIANO), V” di Bruno Di Pietro, in “Colpa del mare e altri poemetti” (Oèdipus Edizioni 2018)
V
qualcuno mandi
messaggi a oriente:
dicano a Giustiniano
di codificare
tutte quante
le leggi dei padri
(qui ogni porto
è governo di ladri)
NOTA DI LETTURA
Leggendo la poesia di Bruno Di Pietro si ha come la sensazione di penetrare dolcemente nella storia dell'uomo - questo è il raccolto che può offrirci la grande letteratura -, fatta di esistenze, notevoli oppure minime, tutte partecipi della comune, destinata impermanenza terrena: questo i versi del poeta partenopeo, classe 1954, ci portano in dono, come un moderno Virgilio che per mano ci accompagnasse a riguardare il mondo.
Nel suo scrivere si respira il canto pastoso dell'uomo napoletano, città dove è attivo promotore culturale vicinissimo alle nuove generazioni, che affianca generoso, che sprona.
La lettera di questo poeta è il risultato di un lavoro di scavo attento tra gli uomini che procede da più di 35 anni, da dove riaffiora integra ogni sua poesia.
Non tremo nel dire che Bruno Di Pietro è, attualmente, il nostro migliore lirico in lingua, che procede da par suo nel solco lasciato da Alfonso Gatto (1909 - 1976) e, soprattutto, da Leonardo Sinisgalli (1908 - 1981), di cui è geloso cultore: il poeta, di professione avvocato, infatti riposa le sue estati a Montemurro, paese natale del grande poeta-ingegnere.
La caratura di questo poeta si può cogliere perfettamente in quanto dichiara nel suo ultimissimo intervento - raccolto dall'attento Nicola Vacca il 24 novembre scorso su "Zona di Disagio" (link: https://zonadidisagio.wordpress.com/2021/11/24/un-inedito-di-bruno-di-pietro/) – dove, proponendo, prezioso, il primo componimento che riconosce come compiuto, quasi un inedito, ci avverte che: «Quello che segue è il testo “licenziato” più antico che ho scritto. Risale alla estate del 1989. “Licenziato” si intende che tutto quanto lo precede è stato distrutto.»
Per questo ogni poesia di Bruno Di Pietro è da intendersi come solido oggetto riconsegnato alla vista degli uomini e atto di riconciliazione, che proviene da una profondissima attività di ricerca, da uno studio matto e disperatissimo, animato da una passione incontenibile per la scoperta che porta in sé ogni parola, per riuscire così a capire e interpretare la costruzione di ogni sua singola poesia tutta dentro una splendida lirica in lingua, stratificata, pregna, che intercetta e rinnova un canto antico, di una misura "maniacale", fino a fare dei suoi testi delle imperdibili miniature, dei piccoli congegni meccanici sonori perfetti - e qui torniamo alla Lezione sinisgalliana - dove non avanzano mai dei pezzi.
Video Lettura da Letterature Indipendenti
MASSIMO RIDOLFI