CORALE: SETTIMANALE DI RICERCA SULLA POESIA ITALIANA CONTEPORANEA
Poeta: GIANFRANCO LAURETANO
un inedito
Gesù spogliato delle vesti
Ah, dimmi che vuol dire
creare tutto, tutto!,
se poi hai da morire
perché non sia distrutto.
Ma vedo che da Te
si arriva senza vesti
perdere tutto me
finché Tu solo resti.
Perdere soprattutto
il controllo della morte
così che il tempo tutto
sia come estratto a sorte.
NOTA DI LETTURA
Gianfranco Lauretano dona alla mia ricerca un frutto preziosissimo, la Sua “Via Crucis”, guarito dall’arsura da una fonte di ispirazioni inconsumabili, iconografie le quattordici stazioni della passione terrena di Cristo sulle quali trova seme e nutrimento tutta la cultura europea, e non solo, prima e oltre il Rinascimento.
Leggendo, studiando questo lavoro ancora inedito di Lauretano – poeta tra i più attivi sulla scena nazionale, cesenate di adozione che conserva nella propria storia famigliare la testimonianza, La Prova, sempre viva dell’emigrazione italiana –, mi è tornato alla mente quanto scrissi in qualche mio sperduto verso in occasione della scomparsa del grande poeta caraibico Derek Walcott (1930 – 2017) dove tentavo di dire, in qualche modo del verso, che il poeta in realtà quando scrive sta pregando, e che non fa altro che questo per tutta la sua esistenza, e che un poeta lasciato solo dalla Poesia è un uomo che ha perso le sue preghiere; e si prega sempre rivolti al Cielo, qualsiasi divinità si vada interrogando – anche negare l’esistenza di Dio significa, allo stesso tempo, invocarlo, rappresentarlo persino nella sua presunta assenza, in presenza –.
Questo testo, solidissimo, di Gianfranco Lauretano ritengo che tocchi un vertice di Bellezza rara che intona e reinterpreta perfettamente la tradizione letteraria di ispirazione cristiana più pura, che inizia con il Valgelo di Cristo, che passa attraverso l’Opera di Dante Alighieri (1265 – 1321) e che arriva fino a Mario Luzi (1914 – 2005), e prosegue in questi versi del cesenatese per poi ripartire a caccia di simili sensibilità, d’altri: Lauretano compie il suo compito senza compromessi o mezze misure o mollezze sentimentali, e lo fa con sottile maestria perché sa rimanere bene ancorato all’arte dello scrivere versi, quella cosa che sanno fare solo gli uomini e che chiamiamo Poesia.
MASSIMO RIDOLFI
ASCOLTA QUI I VERSI: https://youtu.be/eKhEVULHnAI