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CORALE
SETTIMANALE DI RICERCA SULLA POESIA ITALIANA CONTEPORANEA

Poeta: FRANCO LOI (1930 – 2021)

da "Puèta" di Franco Loi, in "Aria de la memoria", (Einaudi 2005)

Puèta

Puètadisen d'òmminamurâ,
puètadisen, a chipiang la sera,
e la matinas'alsadespera.
Ma anca al legriusà se dispuèta,
a chi sa benparlàbev e magnà,
e a quel che canta i donn, e amô puèta
disen la giuentü che sa encantass.
Maquèj che fan murìcun la puesia
ligada sü, ciavada, e fan negà
nel liber de la vita... Avemaria!
în nopuèta, în no òmm de lüstrà.
Jeciàmen massa e ciaucusì sia.

TRADUZIONE

Poeta

Poeta, dicono d'uomo innamorato,
poeta, dicono, a chi piange la sera
e la mattina s'alza disperato.
Ma anche al rallegrarsi si dice poeta,
a chi sa ben parlare, bere e mangiare,
e a quello che canta le donne, e ancora poeta
dicono la gioventù che sa meravigliarsi.
Ma quelli che fanno morire con la poesia
legata dentro, chiusa a chiave, e fanno annegare
nel gran libro della vita... Avemaria!
Non sono poeti, non sono uomini da onorare.
Li chiamano massa e ciao, e così sia.

NOTA DI LETTURA

Franco Loi arriva alla letteratura con l’intenzione di fare il romanziere, ma subito si accorge che quello che in un romanzo si racconta usando una infinità di vocaboli, in poesia si riesce a dirlocon poche parole esatte.

E in più elabora le sue poesie in un suo peculiare dialetto, perché il milanese di Loi è una lingua viva che il poeta rinnova ogni giorno di altri suoni che “invadono” Milano da nord e da sud, da est e da ovest, senza soluzione di continuità.

Franco Loi è un poeta straordinario perché con la sua opera ha saputo testimoniare la sua propria esistenza e quella altrui, a cavallo di due secoli e della Storia, partendo da quell’adolescente che durante il ventennio faceva da “fodero” ai partigiani, cioè portava nascosta addosso la pistola da consegnare perché un ragazzo sfuggiva più facilmente ai controlli delle ronde fasciste, presente a Piazzale Loreto il 10 agosto del 1944 e il 29 aprile del 1945, fino a giungere all’anziano che arriva al dire come solo un poetaautentico riesce.

Ma l’opera di Loi si lega indissolubilmente anche alla città di Teramoquando, nel 2010, insieme al fotografo Fabrizio Sclocchini, porta alle stampe, per le Edizioni della Banca di Teramo, il libro d’arte “L’ANGEL” dove ripropone alcuni capitoli del omonimo romanzo biografico in versi, il suo capolavoro, accompagnati a delle immagini di Sclocchini.

Mi corre l’obbligo di ringraziare Gaetano Capuano, intimo amico del grande poeta fino agli ultimi suoi giorni – Franco Loi ci lascia il 4 gennaio 2021 –grazie al quale a suo tempo è stato possibile registrare la lettura della poesia qui riportata direttamente detta dal Maestro, che qui si vuole ricordare con viva emozione.

MASSIMO RIDOLFI

ASCOLTA QUI I VERSI:https://youtu.be/IpP3GvTQuGwP