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CORALESETTIMANALE DI RICERCA SULLA POESIA ITALIANA CONTEPORANEA

Poeta: DAVIDE COLLETTA

da "A mio nonno Domenico" di Davide Colletta, in "Sogni di cartapesta", (ITACA 2018)

(A mio nonno Domenico)

Mi accompagnerà sempre questo odore
e avrò le mani di tabacco
ogni volta che le sprofonderò
nella tua ultima giacca.
Si dice che nascere non basta
ma è rinascere con una persona
la massima aspirazione.
La nostra sigla è ancora
la radice che attende la vita,
ed esiste persino ora quella benedizione pietrificata
tra il sangue del vino e qualche sigaretta.
Sono questi i mali che ti hanno strappato da un albero romano di fine estate,
e sappi che, se dovessi sentire queste parole in un soffio celeste,
mi chiedo sempre perché la primavera non avrebbe potuto aspettare, tardare un po’,
o rimuginare di più sul suo fulmineo arrivo.

Mi dicono che poco prima
avevi chiamato per sentire un mio gemito:
volevi morire con le mie urla infantili in testa.
Adesso sono io che ossessivamente vivo
con pochi gesti ed una foto
di quando non potevo capire
ma ero amato.

NOTA DI LETTURA

La poesia del giovanissimo Davide Colletta, essenzialmente lirica, ha già una propria maturità nella lingua e nel segno.

Il poeta nei testi proposti dimostra di conoscere e saper utilizzare molto bene gli spazi di partitura della poesia, quelli ereditati dal Novecento ma già sperimentati nella seconda metà dell’Ottocentodi questo Occidente.

Colletta, ad esempio, sa nel suo scrivere versi l’importanza del bianco, vale a dire il campo d’aria e riposo di cui hanno bisogno le parole, che trova un insuperato Maestro contemporaneo proprio nel suo corregionale Francesco Scarabicchi (1951-2021)

Questo giovane poeta, da par suo, denota una certa conoscenza compositiva, testimoniata da una significativa disposizione del testo sul foglio, dove troviamo misurati l’accapo, lo spazio lasciato bianco (pausa o sincope, che per meglio intendere bisogna pensare alla sua accezione musicale, come nel jazz ad esempio) all’interno del verso, l’ormai rarissimo verso a gradino, e una sapiente divisione strofica del componimento.

Ma Davide Colletta dimostra anche di essere in possesso di un proprio particolare vocabolario, che riesce a utilizzare anche con un rinnovato tracciato semantico della parola presa, prestata dalla lingua italiana alla sua di lingua.

MASSIMO RIDOLFI

ASCOLTA QUI I VERSI: https://youtu.be/oR735_UlpJ4.