CORALE: SETTIMANALE DI RICERCA SULLA POESIA ITALIANA CONTEPORANEA
Poeta: ANTONIO ALLEVA
da "Alexis" di Antonio Alleva, in "Le farfalle di Bartleby" (Tracce 1998)
ALEXIS
Dalla mia brughiera senza un’anima viva
mamma,
mi godo il silenzio i vetri chiusi la distanza
e ti cerco i capelli:
ho sempre il cuore rigato da quelle parole
(ancora un giorno chiusa in casa da sola)
da gente e visioni zeppe di punteruoli:
ho voglia di dare inaudite carezze
(ti cerco di nuovo i capelli)
metto su una musica di pianoforti e tabular bells:
intanto ti mando Alexis, il mio primo figlio
insieme al resto del racconto lancinante di giostre e bandoneon.
Perdonami mamma, ma io sono morto per il giorno.
NOTA DI LETTURA
Antonio Alleva è un poeta che tocca a mani nude la materia viva della vita, che è fatta di rapporti umani, che l’autore protegge e coltiva quotidianamente, esclusivamente; ma per esclusività si vuole qui intendere che il poeta di Nocella di Campli – e quando pensiamo a un poeta dobbiamo immaginarlo sempre come segreto custode di un intero mondo, ovunque si trovi fisicamente e ovunque Riposi – sa valorizzare ogni uomo che incontri per quello che è; esistenza con la quale Alleva tenta, naturalmente, un continuo dialogo, e riesce pienamente in questa azione estetica, etica, morale, politica, filosofica.
Difatti le sue poesie sono sempre eteroverse, così ogni volta rivolte all’altro, che nominano, che chiamano, che richiamano, e mai serrate dentro una lirica solipsistica, vale a dire che si basta da sola, come avviene da sempre nella peggiore poesia da leggere e da ascoltare, nella non poesia. No!perché Alleva cerca continuativamente la parola dell’altro da sé, vicino e lontano che sia su questo Nostro orizzonte concesso, transitorio, che chiamiamo vivere.
Lo scrivere versi di Antonio Alleva è quindi fatto di piccole cose che descrive e Solleva a una luce mai consueta, e calda, e sincera, non affettata, sempre naturale: la sua poesia è fatta allora come di piccole cose povere che osserva e assemblaper costruire versi preziosi a tutti.
E, da un punto di vista formale, è urgente far notare nel dettato di questo autore la sua propria capacità contrappuntistica – e mutuo questo termine dalla sua più propria accezione musicale, perché è lì che deve stare l’attento scrivere ripartito di Alleva –, chiaramente rilevabile nella separazione grafica dal testo di un singolo verso (anche di una sola parola), soluzione tecnica che adotta, ancora, naturalmente, e in cui riesce, ancora, pienamente: il “contrappunto” in poesia è molto raro e spesso utilizzato inutilmente, cioè senza una reale coscienza (per coscienza in poesia si vuole qui intendere l’orecchio, ovvero la capacità e qualità di ascolto propria del poeta, che è altra cosa dal pensiero, beninteso; anzi, il poeta è bene che non pensi affatto quando scrive versi, tanto per esser chiari) e consistenza compositiva; i maestri assoluti e inarrivati nell’utilizzo del “contrappunto” in poesia sono i poeti beat, che non a caso prendevano voce – la contronota – dal Jazz Bebop.
Allora si può affermare che Antonio Alleva è poeta del sentimento dell’uomo perché mai sentimentale, che plasma e cuoce con attenzione i suoi oggetti – le poesie appunto – dentro il moto ondulatorio tra socialità e raccoglimento.
MASSIMO RIDOLFI
ASCOLTA QUI I VERSI: https://youtu.be/9mnsQ-AJwFc .