CORALE: SETTIMANALE DI RICERCA SULLA POESIA ITALIANA CONTEPORANEA
Poeta:FRANCA MANCINELLI
particŭla da "Camera oscura" di Franca Mancinelli, in "Tutti gli occhi che ho aperto", (Marcos y Marcos 2020)
daCAMERA OSCURA
oggi è sorto dalle mie acque.
A palme sul ventre, cresce
raggiunge il centro, risplende.
Mi alzo e si moltiplica – il corpo
è una giostra di minime ali.
NOTA DI LETTURA
Franca Mancinelli ha la capacità con il suo verso di entrare in dialogo con il paesaggio e i suoi ospiti e metterli in comunicazione con una abile opera di traduzione degli ambienti naturali – anche il corpo umano è un ambiente naturale – attraverso il naturaledi cui è capace l’uomo.
E i suoi versi sono singolari, vale a dire che hanno una tale solidità da farsi corpo unico che si tiene saldo a se stesso, come fossero organi linguistici autonomi, autosufficienti; come le tessere di un mosaico che messe insieme formano immagini perfette ma variopinte dentro precise figure geometriche; ma nella sua propria poesia sento incorporati, in qualche modo, anche i suoni e le severità delle lingue slave, come eredità di un misterioso legato, da cui si distingue per tonalità.
Ma la qualità criticamente più rilevante, e utile alla mia ricerca, è quanto si può osservare nell’opera della Mancinelli in merito alla questione, al quesito, se sia possibile la prosa poetica o sia invece solo un mascheramento formale di una cattiva prosa e di una pessima poesia; ecco, il lavoro di Franca Mancinelli mi è utile a dire e a provare che la cosiddetta prosa poetica in realtà non esiste affatto, che è un ibrido penoso perché le forme prosa e poesia sono “meccanicamente” inconciliabili – e basta scrivere davvero in prosa e in versi per capire la loro diversa natura: anche il cervello lavora diversamente nell’elaborazione delle due scritture –; e il poeta fanese riesce in questo suo scrivere versi perché ha davvero saputo raccogliere, a mio avviso, la Lezione pasoliniana, iniziata sulle pagine della rivista “Officina” negli anni ’50: Franca Mancinelli, in questa sua personale ricerca del verso, ha saputo elevare la prosa a livello della poesia, non rendendo più possibile la prosa stessa; e solo riuscendo in questa azione si può setacciare la prosa fino a renderla poesia e, di conseguenza, non più riconoscibile come tale, come tace.
MASSIMO RIDOLFI
ASCOLTA QUI I VERSI: https://youtu.be/veH0--yDPHk