• MCDONALDS
×

Avviso

Non ci sono cétégorie


310156987_2274309142727845_4712281773184986924_n.jpg







310549208_785734405970316_2982030459917261314_n.png

CORALE:
SETTIMANALE DI RICERCA SULLA POESIA ITALIANA CONTEPORANEA

Poeta: FRANCA ALAIMO

da "Luna, mestrui e maree" di Franca Alaimo, in "Il corpo, l'eros. Antologia di testi poetici" (Giuliano Ladolfi Editore 2018)

LUNA, MESTRUI E MAREE

Fu allora che mi disse vergognosa

la madre, guardandomi sottecchi,

«Essere donna è un’antica colpa

che si sconta con questo segreto ruscellare

che si spande tra le sponde delle cosce

sangue di morte che monta e scema

come le maree e la faccia della femmina lunare».

Ma io mi portavo addosso con fierezza

quel tiepido di cellule sfaldate

come un uscire dal grembo di me stessa

a piccoli singulti umidi e rossi,

e quella giovane rosa che aspettava

dentro gli aromi del suo orto concluso.

Mi piaceva perfino guardandomi allo specchio

toccare il cerchio scuro delle occhiaie.

E poi mi fiutavo, sì, mi fiutavo,

come una selvatica bestiola già ferita

che finalmente sa qual è l’odore

che così tanto inebria il cane cacciatore.

 

NOTA DI LETTURA

C’è molta esperienza scritta nella poesia di Franca Alaimo, palermitana attiva da anni sulla scena culturale italiana; e questa sua esperienza si manifesta naturalmente attraverso un linguaggio non solo preciso nel suo dire ma anche inaspettato, coraggioso, nudo, che sorprende.

È discorsiva la sua lirica ma ugualmente ritmica e capace di immagini dure, concrete, e mai sgranate verso il romantico, ma che sanno invece riportare il “trauma” dell’esistere senza mai scadere nella consolazione.

Ma le qualità più evidenti della poesia di Franca Alaimo sono l’estroversione e la capacità, quindi, di destare chi la legge, di riportare il suo lettore, ovunque si trovi con il corpo e con lo spirito, sul crudo quotidiano che ci circonda, conducendolo dentro la sua propria “cucina letteraria” dove trova una penna che segna ricette di soli piatti scomodi da mangiare, tutti fatti con ingredienti di questo consumato carnaio che è La Vita, che così tanto inebria il cane cacciatore.

MASSIMO RIDOLFI

ASCOLTA QUI I VERSI: https://youtu.be/aCFcIR0FmtY .