CORALE: SETTIMANALE DI RICERCA SULLA POESIA ITALIANA CONTEMPORANEA
Poeta: GILBERTO FORTI (1922-1999)
frammento da "La causa vera della Grande Guerra" di Gilberto Forti (1922 - 1999), in "A Sarajevo il 28 giugno" (Adelphi 1984)
Lor signori conoscono la causa,
ma quella vera, della grande guerra?
Se permettono, io vorrei offrire
la mia testimonianza oculare.
Ho detto «oculare», sissignori,
perché la guerra io l'ho vista nascere
con questi occhi, nascere e scoppiare,
e la causa nessuno la conosce
meglio di me, di per Koppenstätter Joseph,
classe ’84, nato a Klagenfurt,
vent’anni di servizio in fanteria.
Non badino a ciò che è stato detto
da generali, storici e politici.
Ciascuno ha sfoderato una teoria,
tutta documentata, con tabelle
statistiche, con tante filastrocche
sui popoli giovani e decrepiti,
sull'aggressività, sulle tendenze
all'espansione o all'involuzione.
Qualcuno ha scomodato anche le leggi
della Geopolitik, le ha mescolate
alla Realpolitik, e via di seguito,
scoprendo una miniera di ingredienti
complicati e importanti. Ebbene, io,
io domando e dico: chi di questi
famosi sapientoni si trovava
in quel giorno di giugno a Sarajevo?
NOTA DI LETTURA
Adelphi l'ho sempre considerato un editore elitario, per ricchi snob, del peggiore radical chic, quelli che usano i libri come soprammobili, oggetti in mostra permanente per farsi belli con amici e parenti, ma che difficilmente poi leggono.
Adelphi, quindi, come una sorta di feticismo color pastello, ma belli anche da leggere, volendo e potendo.
Ovviamente il suo catalogo è notevole ed è banale dirlo – in questo sciocco esercizio del già detto, del risaputo, si producono ormai in tanti che io me lo risparmio molto volentieri, considerato pure il freddo di questi giorni –, anche se con un'aria, un intento, che ritengo un po' troppo museale o da mausoleo della letteratura che piuttosto allontana dalla scoperta della Grande Letteratura; in ogni modo, io sono geloso solo di questi due titoli del catalogo: Il piccolo almanacco di Radetzky e A Sarajevo il 28 giugno, in pieno stile Adelphi, che trovai buttati su una bancarella a quattro soldi, e già solo per questo il loro possesso per me aumenta di valore e pure di piacere.
Sono poesie di Gilberto Forti, probabilmente un nome che non dice niente, anche perché non risuona del tipico timbro "adelphiano" mitteleuropeo.
Gilberto Forti, nato a Roma il 12 aprile del 1922 e morto a Milano il 15 novembre del 1999, era, essenzialmente, giornalista e traduttore, ed è scrittore di questi "soli" due libri, ancora presenti nel catalogo Adelphi.
Prima ho detto che questi due libri, pubblicati nel 1983 e '84, contengono poesie ma non è così, perché, anche se si sforzano nell'endecasillabo, i testi collezionati rimangono delle prose, dei minuziosi racconti intorno alla prima guerra mondiale e ai suoi protagonisti maggiori oppure minori, ritraendo artisti, politici o semplici soldati, tutti circondati, presi, dal conflitto bellico: ecco, che si sappia che la poesia è comunicazione, che allora può contenere in sé una notizia rivolta a chi non c'era per tramandarla ai posteri, che non degradi però nel cronachistico, dove osservo molti perdersi perché privi di fantasie; e nei testi di Gilberto Forti c'è una Lezione sicuramente da non perdere per evitare di fare di una poesia il telegiornale della sera.
MASSIMO RIDOLFI
ASCOLTA QUI I VERSI: https://youtu.be/IuLU_JCt0w0 .