CORALE: SETTIMANALE DI RICERCA SULLA POESIA ITALIANA CONTEMPORANEA
Poeta: DONATO DI POCE
da "Oltre il silenzio del mondo, III" di Donato Di Poce, in "ARTAUD - Il poeta e il suo doppio" (I Quaderni del Bardo 2019)
OLTRE IL SILENZIO DEL MONDO
Per Antonin Artaud, il poeta che vide l’invisibile
III
Ho seminato coriandoli d’infinito
Sul corpo morente della Società
Ho sognato, ho lottato, ho vissuto
Mentre il mio corpo zampillava solitudine
E la mia Anima era una pozza d’inchiostro.
Murato dal silenzio
Qua e là si aprivano crepe
Dune di desiderio scolpite nella notte
E le lacrime erano calde gocce di scrittura
Che bussavano all’alba
Come un nuovo risveglio
Un coagulo di vita
Da sciogliere tra i solchi di dolore.
NOTA DI LETTURA
Cosa significa ricerca?
La ricerca è quella pratica di studio, in letteratura – e non solo –, che permette l’assunzione di strumenti critici utili all’intelligere, come pure a dare forma e consistenza alla creatività che alberga in ogni essere umano.
Ma affinché questa ricerca, questa pratica di studio, sia utile, dia giusto, esatto il suo frutto, è assolutamente necessario che tale attività, indispensabile a qualunque azione artistica, sia assimilata dal nostro inconscio con naturalezza, fisiologicamente, fino a farsi flusso di repertorio, come ebbe a indicare, con una formidabile intuizione, la maggiore del ‘900, l’Angelo della Beat Generation, l’Enorme Gregory Corso (1930 – 2001); pratica poi totalmente degenerata nella seconda metà del ‘900 con l’assunzione della demenziale figura del Professorenpoesie, latifondista del Ben dell’intelletto, che ebbe la stura dalla posa, dal manierismo più deteriore della poesia contemporanea, atteggiamento che insiste tuttora in Italia mentre altrove è stato presto abbandonato: quelli di Ezra Pound (1885 – 1972) e di Thomas Stearns Eliot (1888 – 1965), tanto per segnarne due canoni.
Per questo oggi mi è utile arrivare alla poesia di Donato Di Poce, perché questo autore, prima che poeta, è un ricercatore che suda le sue carte, che dissoda, semina, coltiva, raccoglie, come nelle sue ultime “tracimazioni”, Eretica 2021, dove colleziona venti anni di lavoro sulla forma poemetto, quella che predilige e che più caratterizza la sua opera, e prova di una naturale e straordinaria “coscienza” compositiva in una poesia contemporanea italiana che è sempre più slabbrata, prosastica, discorsiva, concettuale, ormai saggistica, non più poesia; oggi mi è utile arrivare alla poesia di Donato Di Poce perché questo autore “sa” che la poesia giunge sempre da altra Poesia, ricercando, cercando un seminato di “coriandoli d’infinito / Sul corpo morente della Società”.
MASSIMO RIDOLFI
ASCOLTA QUI I VERSI: https://youtube.com/shorts/iuEIeXeRqKg?si=EnSIkaIECMiOmarE .