CORALE: SETTIMANALE DI RICERCA SULLA POESIA ITALIANA CONTEMPORANEA
Poeta: IRENE BALDIN
da "Gli incubi del veggente, IV" di Irene Baldin, in "La Folle Luna di Trystan" (SalazArt 2020)
GLI INCUBI DEL VEGGENTE, IV
Ma si è fatta davvero l'ora di andare
è buio quanto l'oblio
non vedo nemmeno la luna di Trystan
non esiste più niente
una volta scostato il velo
soltanto il nero.
NOTA DI LETTURA
Il poeta dice sempre quello che vede, o che crede di vedere, e mai quello che immagina di vedere.
Immaginare (reimmaginare il già visto) è il lavoro del romanziere e mai può essere il compito del poeta.
Poeta è colui che vede, si è già detto, qui, mi pare, da qualche parte prima di adesso, e allora mi ripeto.
Quindi è un canto dell’umano questo raccolto dettato di Irene Baldin, calmo, lieve, che intona una canzone carezzevole, che accoglie vite e sogni, protette però dalla malinconia perché guasterebbe ogni cosa, soprattutto quelle esistenze minime, della mente, che il poeta qui segna, indica alla conoscenza, perché, innegabilmente, “Percorriamo strade sconosciute // tortuose e labirintiche / dove di quando in quando // // troviamo meno dolore.”
MASSIMO RIDOLFI
ASCOLTA QUI I VERSI: https://youtube.com/shorts/azy24whAW-A?feature=share .