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CORALE:
SETTIMANALE DI RICERCA SULLA POESIA ITALIANA CONTEMPORANEA

Poeta: FABIA GHENZOVICH

particŭla da "Nudità" di Fabia Ghenzovich, (Il Leggio Libreria Editrice 2020)

 

 

C'è silenzio qui

tanto da sembrare una pace

postuma eppure il corpo

del reato giace a terra

e certo non avevo acconsentito

ad una morte

precoce. Lascio la scena con le vesti

imbrattate del rosso

che scolora nel regno

in cui sola

mi incammino.

Se un lume

tu avessi saputo darmi almeno

chiedere perdono...

 

NOTA DI LETTURA

Molto spesso oggi sentiamo discutere tra pedanti accademici di "metaverso", ma dobbiamo ricordare sempre che, prima di pronunciare qualsiasi parola, fosse anche utile a tentare di dare una qualche definizione lessicale a questa nostra parallela realtà virtuale, lo strumento iniziale e finale di qualsiasi prodotto, del manufatto umano – anche l'era digitale, a dispetto di quello che teorizzava Zygmunt Bauman (1925-2017), si concretizza in corpi solidi, siano essi economici o strumentali: è tutto qui il suo fallimento checché se ne dica in giro –, è immancabilmente l'uomo.

Tutto origina e termina nell'esistenza concreta dell'uomo; mentre i mezzi di comunicazione cambiamo, passando dalla tabula rasa allo smartphone, seguendo i progressi tecnologici, ma è sempre l'umano che opera. 

Nulla può accadere e accade al di fuori dell'umano.

Come una poesia è un accadimento dell'uomo.

L’uomo è sempre aderente a quello che fa, come non è mai diverso da quello che fa: ciò che ci circonda, ci somiglia.

È sempre l'utilizzo di un bene che ne determina le sue qualità: la Poesia è un bene pubblico di comunicazione e ricade sotto gli stessi criteri di valutazione.

Allora è utile a questo punto giungere alla poesia di Fabia Ghenzovich, che minia una sua poesia, in chiusa, con un poderoso verso di Velimir Chlebnikov (1885-1922): la libertà arriva nuda, denunciando così il suo stesso dire.

Quindi nel dettato della Ghenzovich vediamo l’incessante ricerca dell’integrità della libertà della parola, della sua voce di luce che scopre, che non serve la fatica del nascondersi al mondo e alle sue tecnologie perché in ogni modo la carne ha già scritta la sua soluzione, la sua sacra Nudità e morte, e questo poeta sa testimoniarlo, sa dircelo questo qualcosa “di integro come alba / o natale ma corporale” che sono le nostre vite giunte tutte a questo vivere, indistintamente, libere e nude.

 

MASSIMO RIDOLFI

ASCOLTA QUI I VERSI: https://youtube.com/shorts/XN2y25ttCDo?feature=share .