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CORALE:
SETTIMANALE DI RICERCA SULLA POESIA ITALIANA CONTEMPORANEA

Poeta: MONICA MESSA

da "Atelier Urbani" di Monica Messa, in "Seppie Ripiene - poesie per poche lire" (pubblicazione indipendente 2018)

ATELIER URBANI

Con le mie forbici

ritaglio cartamodelli di carne

disegnati ripassando

la vita di altra gente.

Imbastisco i vissuti di tela

e poi li cucio fra loro,

con la prepotenza dell’ago appuntito

infilato con i colori delle mie matasse.

Indosso quegli abiti su misura

e sfilo invisibile fra la gente.

Si viaggia comodi

vestiti di anonimato.

 

NOTA DI LETTURA

Non bisogna mai lasciarsi andare, quando si scrivono poesie, alle depressioni dell'umore, perché si fallirebbe l'impresa con certezza.

La Poesia ha bisogno invece di molte energie per riuscire a essere intonata; ha bisogno, innanzitutto, del corpo vivo, atletico del poeta

Perché scrivere poesia – in realtà non è uno scrivere ma un essere scritti dalla Poesia, e chi si convincesse scrittore di poesie non scriverebbe certo Poesia ma cose solo sue e basta – significa entrare con il corpo nella vita e attraversarla con spavento e senza spavento per quel che accade intorno alla Vita; e per farlo “Occorrono / mani capienti / e piedi robusti / che ci trascinino / a forza / davanti a porte e cancelli.” ci avvisa Monica Messa, ed è l’avviso di un poeta.

Quindi nel dettato del poeta monopolitano impariamo – vediamo, attraverso un segno discorsivo ma che ha ritmo naturale, interno all’autore che bene ritorna testuale – come la Poesia può farsi utensile, chiave per accedere liberi alla Vita, azione che richiede, innanzitutto, una concreta libertà del corpo.

 

MASSIMO RIDOLFI

ASCOLTA QUI I VERSI: https://youtube.com/shorts/EtyNUGyQ-cA?feature=share