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CORALE: SETTIMANALE DI RICERCA SULLA POESIA ITALIANA CONTEMPORANEA

Poeta: DANILA RUSSO

da “Notte stellata” di Danila Russo, in “Scripta Sparsa”, compresa in “I Poeti Italiani Contemporanei’ (Aletti 2016)

NOTTE STELLATA

le vedi le stelle, amore?
come risplendono
imperlando di luce i nostri occhi
che si impegnano a contarle
e col dito
traccio una linea invisibile
che le unisce al tuo viso.
le vedi le stelle
amore
dentro i miei occhi?
domattina non le vedrai, ma saranno ancora lì
in eterno
finché non deciderai di esprimere un desiderio
e allora cadranno
per te.

NOTA DI LETTURA

La poesia non deve mai mancare di quella spontaneità che ne è la sua più importante caratteristica, la sua forza rispetto alla prosa, che invece tenta sempre una precostituita costruzione di senso; e questo per non rischiare derive intellettualistiche che gravemente l’hanno impedita all’inizio del secolo scorso dentro forme improbabili, chiaramente artificiali, soprattutto a partire dai cervellotici scritti di Pound e Eliot, che forse hanno qualcosa a che fare con l’arte (l’artificio) fatta con la letteratura ma nulla hanno da spartire con la Poesia – come già avvisò F. L. Lucas in una sua recensione a The Waste Land del 3 dicembre 1923, pubblicata sulle pagine de The New Statesman, dove denunciò l’avvento degli esiziali Professorenpoesie, cioè di quella genia di imbecilli che ancora oggi insiste e afferma che la Poesia è elitaria, non per tutti quindi; quando una poesia che non parla al popolo è solo onanismo, escremento ombelicale –, che probabilmente non è neanche letteratura la Poesia ma una cosa a sé stante, che ha le proprie insondabili vie del farsi da sé, e dell’Epifania. 

Danila Russo conserva nel suo scrivere in versi questa spontaneità che caratterizza la Poesia – la sua forza rispetto alla prosa, si è già detto, di cui usa le medesime parole ma per un dire indiretto, che cerca un riflesso dentro l’uomo; il suo rischiare di non avere nulla in cambio: non c’è azione più rischiosa di quella di provarsi nello scrivere versi, del mandare un testo a capo, ché è sempre un acuto precipizio, cercando un equilibro salvifico tra suono e musica, capacità possibile solo alle parole messe in versi, messe in partitura, che ogni vero poeta ha propria, che non mutua e che non è mutuabile: guasterebbe al solo contatto, come ali di farfalla, fatto naturale, dote che matura nel tempo, un misto di talento, vocazione e dedizione.

La poesia di Danila Russo non ci consegna storie finite perché la Poesia non è prosa anche quando appare prosastica, discorsiva; perché la Poesia accenna sempre a quel cielo de L’infinito che rappresenta il concetto di interminabile. Azione antica ma mai vecchia. Classica perché eterna. Quindi inarrestabile.

MASSIMO RIDOLFI

ASCOLTA QUI I VERSI: https://youtube.com/shorts/c8PhKxP14uY?si=6lJJ-xLwd8YYG-yU .