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CORALESETTIMANALE DI RICERCA SULLA POESIA ITALIANA CONTEMPORANEA

Poeta: LORENZO POGGI

da Lultimo lupo di Lorenzo Poggi, in La nauseatudine (La Vita Felice 2019)

L’ULTIMO LUPO

L’ultimo lupo 
ha gli occhi rossi di fuochi antichi
e balenii di sciabole
nell’ululato solitario al vento.

L’ultimo lupo
ha muscoli di carta
come testamento d’ossa
da leggere di notte.

L’ultimo lupo
cerca croci celtiche
nel tramonto delle idee
da rosicchiare nella tana.

L’ultimo lupo
non va in gabbia,
cammina tra le stelle
a caccia di orse.

NOTA DI LETTURA

«Ragazzi, non credete a chi vi dice che non c’è poi tant’acqua tra l’Avana e Key West. Io ci stavo proprio ai margini, di quella massa d’acqua.»1

ERNEST HEMINGWAY (1899-1961)

La poesia non è svelamento ma rilevamento, perché porta alla luce dei nostri occhi una grandezza, un fenomeno fisico, che offre all’indagine di chi si volesse avventurare con gli occhi a guardare per vedere davvero: è l’ontologia che mette in pratica il poeta quando produce in versi ritmati un testo di poesia, e il suo suono. Ma non lo sa. Non può saperlo, altrimenti quel suono dell’Infinitocadrebbe nel dettato di una filosofia, in un insegnamento.

Il poeta, nella sua intera, interminabile opera, raggiunge la rivelazione che non esiste insegnamento e sapere, che si procede respirando pur senza lezioni, pur senza aver mai imparato a respirare.

Il poeta, se è autentico, riemerge sempre inaspettato, senza bisogno di commuoversi. 

Il testo scritto è quello che è di resto di una intera vita; regesto che nella poesia ulteriormente si raffina e rapprende cercando l’aderenza di un collante possibile da questa parte, che non scivoli via, che resti appunto: Lorenzo Poggi tenta questo, tenta la sua personale interpretazione di un uomo irrimediabilmente antico, antico come un uomo in caccia.

MASSIMO RIDOLFI

1. da “Avere e non avere”, I MeridianiMondadori, 1993, p. 38.  

ASCOLTA QUI I VERSI:https://youtube.com/shorts/bQv4NAMc0FY?si=doBlHFCmOtqm2DZ- .