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PHOTO-2023-11-02-12-36-42.jpgCORALE: SETTIMANALE DI RICERCA SULLA POESIA ITALIANA CONTEMPORANEA

Poeta: DIEGO RICCOBENE

particŭla da “Synagoga, VII” di Diego Riccobene (Fallone 2023)

SYNAGOGA, VII.

Pervertire le esequie:
successorio deposto magistero
ch’ancora oggi s’invidia, titolando
alle bestie eulogie,
abitandone il concavo,
la caligine e i crespi d’irrisolta
dignità. Poiché perdere gli umori
non s’addice a certuni guidrigildi,
li spalmiamo su mani più essiccate,
se l’esperia parvenza
si bisogni di nulla che sia già
secretato nel murmure
a salvare il giaciglio, vedovare
il conflato d’acefala.

NOTA DI LETTURA

La poesia è certo un pescato dell’inconscio che, al di là dell’io, cala e ritira le sue reti dalle profondità dell’uomo; per questo la poesia è inevitabilmente lirica, perché ogni uomo è un abisso dove si cela il Mistero della venuta di ognuno su questa pianura segnata d’acque dolci e salmastre, e la sfida è starci con Passione da questa parte: solo con passione si può resistere alla vita.

La poesia è un fatto molto più semplice di quello che si possa pensare, basta che l’uomo non ci metta troppo le mani, non si creda davvero poeta e guasti ogni cosa con i suoi sempre troppo stupidi pensieri per essere mischiati dentro una Poesia. 

La poesia non è altro che una possibile interpretazione dell’inconscio – e un miracolo anche: è l’unica forma di miracolo che possa dal vero accadere tra le mani di un uomo.

Allora Diego Riccobene ritira la sua rete e ricostruisce il suo pescato di parole esatte, che allinea con precisione per offrici quella che è la sua propria interpretazione dell’inconscio, che proviene da un abisso, che è ciò che ci appartiene davvero di questa comunione umana che riportiamo, e tiriamo come con una rete alla superficie della vita, da questa parte.

MASSIMO RIDOLFI

ASCOLTA QUI I VERSI: https://youtube.com/shorts/ivlFnXuEamA?si=TakKORVwI9hylog1 .