CORALE: SETTIMANALE DI RICERCA SULLA POESIA ITALIANA CONTEMPORANEA
Poeta: DIEGO RICCOBENE
particŭla da “Synagoga, VII” di Diego Riccobene (Fallone 2023)
SYNAGOGA, VII.
Pervertire le esequie: successorio deposto magistero ch’ancora oggi s’invidia, titolando alle bestie eulogie, abitandone il concavo, la caligine e i crespi d’irrisolta dignità. Poiché perdere gli umori non s’addice a certuni guidrigildi, li spalmiamo su mani più essiccate, se l’esperia parvenza si bisogni di nulla che sia già secretato nel murmure a salvare il giaciglio, vedovare il conflato d’acefala.
NOTA DI LETTURA
La poesia è certo un pescato dell’inconscio che, al di là dell’io, cala e ritira le sue reti dalle profondità dell’uomo; per questo la poesia è inevitabilmente lirica, perché ogni uomo è un abisso dove si cela il Mistero della venuta di ognuno su questa pianura segnata d’acque dolci e salmastre, e la sfida è starci con Passione da questa parte: solo con passione si può resistere alla vita.
La poesia è un fatto molto più semplice di quello che si possa pensare, basta che l’uomo non ci metta troppo le mani, non si creda davvero poeta e guasti ogni cosa con i suoi sempre troppo stupidi pensieri per essere mischiati dentro una Poesia.
La poesia non è altro che una possibile interpretazione dell’inconscio – e un miracolo anche: è l’unica forma di miracolo che possa dal vero accadere tra le mani di un uomo.
Allora Diego Riccobene ritira la sua rete e ricostruisce il suo pescato di parole esatte, che allinea con precisione per offrici quella che è la sua propria interpretazione dell’inconscio, che proviene da un abisso, che è ciò che ci appartiene davvero di questa comunione umana che riportiamo, e tiriamo come con una rete alla superficie della vita, da questa parte.
MASSIMO RIDOLFI
ASCOLTA QUI I VERSI: https://youtube.com/shorts/ivlFnXuEamA?si=TakKORVwI9hylog1 .