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CORALESETTIMANALE DI RICERCA SULLA POESIA ITALIANA CONTEMPORANEA

Poeta: ROSARIA DI DONATO

da “maria e noi” di Rosaria Di Donato, in “Preghiera in gennaio”(Macabor 2021)

MARIA E NOI

madre celeste

provvida di grazia

pieno fu il sì

all’amore divino

e santità rifulse 

in lei fin dall’infanzia

benedetta tra le donne

portò in grembo

il signore dei signori

il re dei re 

si crede che non morì

in cielo fu assunta

insieme al figlio

siede in trono

ma non rimane ferma

assisa nella gloria

ogni volta discende

e va in soccorso

dei miseri in pericolo

pur se non invocata corre

interviene e salva

libera dal male

non è lontana da chi soffre

immacolata e chiara

NOTA DI LETTURA

«Mother of God! Our Lady!

the heart

is an unruly Master […]

I do not come to you

save that I confess

to being half man and half

woman.»1

WILLIAM CARLOS WILLIAMS (1883-1963)

Molto spesso si sentono poeti, soprattutto i più i voga e i meno poeti di tutti, discutere della parola come fosse la fonte, la soluzione poetica.

Ovviamente si sbagliano grandemente, evidentemente: la parola, ci insegna ancora e in eterno Giuseppe Ungaretti (1888-1970), sarà invece sempre insufficiente perché non riuscirà mai a dirci tutto.

La parola, in poesia soprattutto, va intesa solamente come materiale di costruzione, come malta e mattoni utili alla costruzione: il poeta è un muratore, nulla di più che un muratore che invece di malta e mattoni utilizza le parole, che rompe e incastra come meglio crede di fare.

La Poesia, quindi, non ha mai stabile residenza nella parola, che è sempre una azione provvisoria quello dello scrivere; Poesia che invece ha abituale domicilio  nella osservazione e nel suono della vita che, improvvisamente, coglie il poeta che è attento non a se stesso ma all’oltre se stesso.

E per questo si può dire anche che la Poesia, persino quella più autentica e del poeta più autentico, come lo era, lo è, sicuramente Ungaretti, non potrà mai giungere ad alcuna Verità ma può arrivare, sì, al Vero, il vero del sentire dell’uomo; vero, appunto, come un muro di mattoni fatto bene, a regola d’arte, da un sapiente muratore, che sappia resistere alle intemperie delle nevrosi e dei fin troppo facili sfoghi.

Ecco, questo credo sia un concetto utile da tenere a mente per cercare almeno non dico di fare arte ma di non scrivere cretinate.

E questo materiale di costruzione utilizza Rosaria Di Donato per mettere in piedi i suoi testi, come nella brevità dei suoi versi volti sempre in preghiera, diretta, cristiana, che non ha paura di dirsi fedele al suo sentire, al suo sentirsi piccola, infinitesima parte di una cultura millenaria fondata non su Dio ma sull’uomo e sull’operare dell’uomo. 

MASSIMO RIDOLFI

1. Madre di Dio! Nostra Signora! / il cuore / è un difficile Maestro […] Io non arrivo a te / salvo che io confessi / di essere meta uomo e metà /donna.”, da una versione in lingua italiana di Massimo Ridolfi (Copyright © 2024 Massimo Ridolfi), da For Eleanor and Bill Monahan, in Pictures from Breughel, New Directions, New York, 1962, ndr.

ASCOLTA QUI I VERSI:https://youtube.com/shorts/oDudcw8fdIs?si=Oug4mqrw99feqlap .