Quante forme ha l’emozione? La musica, di certo, è tra le più sublimi. Perché parla all’anima e se, come in questo caso, l’anima riconosce un suono, una melodia, che è sua, perché è antica ed ereditaria, allora vibra. Entrando in sintonia con la più profonda delle emozioni, quella. Ve scardina ogni difesa e, magari, si scioglie in un lacrima.
È successo stasera, in un ritaglio d’erba appenninica alla fine di una strada che, piano piano perde l’asfalto e perde in una gola scavata da un fiume. Perché in quel ritaglio, sul palco del Festival dell’Appennino, c’era l’Orchestra Popolare del Saltarello, che cantava. Sono bravi, bravi davvero, hanno saputo attualizzare la tradizione, rileggerla senza stravolgerla, distillarla e servircela in un bicchiere nuovo. Senza perdere l’emozione. Pur senza notti serpentose e big sanremesi, l’Orchestra Popolare del Saltarello rinnova il patto d’amore tra l’Abruzzo e la sua musica, la gente e le sue canzoni, noi e le nostre emozioni.
La versione di Vola Vola, che vi facciamo sentire, è quella cantata stasera al Festival dell’Appennino. É una canzone che ha due anni e un secolo...ma rifatta così, ridefinisce i contorni di un'emozione. Provate a chiudere gli occhi… e godetevela