Il 18 maggio 1955 sulla pagina teramana del quotidiano romano “Il Messaggero” compare un articolo a firma Nino Rubini intitolato: “Occorre risolvere a Teramo il problema dei parcheggi”. Nell’occhiello si legge: “Perché sia facilitata la circolazione” e nel sommario: “Necessaria una più severa disciplina lungo le vie di maggiore traffico”. A leggerlo oggi, anno di grazia 2023, sembra che non siano passati ben 68 anni da quell’articolo lontano. La situazione che viene denunciata già dall’incipit pare proprio identica a quella di oggi: “Naturalmente, come è sorto in ogni città del mondo, il problema del posteggio si è posto anche a Teramo”.
L’assessore comunale Nicola Marchegiani, si legge, ha adottato una soluzione, con molta cura, ma essa sembra non aver funzionato, ha illuso in un primo momento pedoni e automobilisti, ma poi si è rivelata “non adatta alla bisogna”. Corso San Giorgio come si presenta nelle ore di punta “ha irretito la grande maggioranza dei teramani”, scrive l’articolista, a parere di tutti, fatta eccezione “quella cinquantina di automobilisti”. Nell’articolo si legge ancora: “Percorrere corso S. Giorgio con una fila di macchine (dico: una fila di macchine) sulla destra ci sembra addirittura impossibile a meno che non si tenti il senso unico”. Il senso unico, “dimenticando ogni altra norma generale”, potrebbe essere proposto anche per via Delfico e per via Mario Capuani, le due parallele del Corso. Certo è che la sosta lungo il corso San Giorgio non è più assolutamente ammissibile, non è adatta ad una regolare circolazione. Con una fila di macchine in sosta, quando passa l’autobus del servizio urbano, la via risulta ostruita e pericolosa. La voce dell’opinione pubblica si è fatta sempre più sentire e la cosa va denunciata.
Ma rimane il problema dei parcheggi. Non si può consentire il parcheggio in piazza Caduti della Libertà quando gli automobilisti, compreso lui, scrive Rubini, avvalendosi di una disposizione, parcheggiano la propria auto a due passi. Piazza della Libertà si adatta al parcheggio come si adattano anche Piazza Martiri Pennesi, Piazza Dante, Piazza Sant’Agostino e le due vie parallele al Corso, Via Delfico e Via Capuani. Questo implicherebbe il divieto di sosta agli inizi delle traverse del Corso, dalle due parti, e il senso unico a sinistra e a destra delle vie trasversali. Si dovrebbe pure vietare la sosta in Via Carducci, la più bella via di Teramo, spesso usata per il parcheggio delle auto che aumenta giorno per giorno. Dovrebbe essere vietata anche la sosta ai motociclisti, “troppo spesso esclusi da vantaggi e troppo spesso risparmiati ai doveri”.
Il problema dei parcheggi è annoso e non di facile soluzione, dice l’articolista. Non è semplice come potrebbe apparire. Non si possono trascurare le esigenze della vita attuale, dell’importanza dei mezzi di locomozione, tuttavia sarebbe necessaria una maggiore disciplina, tener conto dell’estetica, della comodità dei pedoni, che rappresentano pur sempre la maggioranza. Una maggiore disciplina si impone, sì che le lamentele siano ridotte a quelle di “una sparuta minoranza, insofferente al piccolo sacrificio”.
L’articolo si conclude con una raccomandazione: far cessare “l’indecoroso parcheggio degli autobus delle ditte gerenti i vari servizi automobilisti, nei pressi del viale dei Tigli e del parco delle Rimembranze”.
Quanto scriveva Nino Rubini 68 anni fa sembra potersi riscrivere oggi, salvo pochi dettagli differenti, tra i quali il fatto che, se il viale dei Tigli c’è ancora, il parco della Rimembranza non c’è più, come non ci sono più in tante altre città. I parchi e i viali della Rimembranza, luoghi destinati al culto e alla memoria dei caduti della Prima guerra mondiale, istituiti con la Circolare del 27 dicembre 1922 emanata dal Sottosegretario al Ministero dell'istruzione Dario Lupi, che prevedeva che per ogni caduto della Grande Guerra dovesse essere piantato un albero in tutte le città, i paesi e le borgate, in modo che i giovani fossero educati al ricordo e al rispetto dei caduti. Dei duemila parchi stimati su tutto il territorio nazionale, la maggior parte sono stati distrutti, trasformati e se ne è persa la memoria, così come a Teramo, dove peraltro è sorto al posto del parco della rimembranza un monumento ai caduti di tutte le guerre realizzato dallo scultore Venanzo Crocetti tra il 1959 e il 1969 e inaugurato all’inizio del mese di aprile del 1972. Tre imponenti sculture esprimono il sacrificio dei “Caduti del Cielo”, i “Caduti del Mare” e i “Caduti della Terra” superano i quattro metri d’altezza e circondano la statua del “Giovane Cavaliere della Pace” posto al centro dello specchio d’acqua che si trova in fondo ai giardini dei Tigli a Teramo. Almeno è rimasto questo, altrove non è rimasto nemmeno questo. Ma a Teramo è rimasto anche il problema dei parcheggi, anzi sembra anche oggi essere il maggiore dei problemi, sebbene oggi il centro storico appaia quasi sempre spopolato.
Elso Simone Serpentini