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 BagnoloCertastampa è lietissima di accogliere, a partire da oggi, una nuova rubrica "Lessico Provinciale". Storie nostre. Del nostro piccolo mondo chiuso. Del nostro orizzonte minimo. L'autore è un teramano conosciuto e importante, che ha scelto di firmarsi Amleto... e non perché abbia dubbi, ma perché ...c'è del marcio...


Tra le mirabolanti invenzioni che rendono la nostra modernità assolutamente avanzata, vi è quella dei bagni chimici. Si tratta dei moderni vespasiani, tanto inquietanti quanto inutilizzati, tanto funzionali quanto maledetti, tanto igienici quanto finti. Dalle parti nostre, a tutte queste qualità, abbiamo aggiunto la genialità della loro collocazione: nascosti e quasi irrintracciabili oppure sfacciati a corredo di chiese, palazzotti d'epoca, sedi istituzionali. Un modo di fare, questo, che tradisce il pressapochismo della mediocrità e la protervia dell'ignoranza. Però, nessuno pare avere un sussulto di difesa della nostra bellezza nè tantomeno un banale impeto di salvaguardia della decenza e, nel silenzio generale, accettiamo che i luoghi e i siti che sono la nostra identità, vengano tranquillamente offesi. Cioè, ci sta bene che questo ulteriore colpo di spatola contribuisca al diffuso, latente ma costante lavorio di rimozione del mosaico che per secoli ha raccontato chi siamo. E allora perché meravigliarsi delle immagini di pulizia dei bagni chimici col profluvio di agenti schiumogeni adeguati, di scarichi in piazza non controllati, di sfavillio di getti che si riverberano su muri e pietre secolari? La modernità non accetta compromessi, e i suoi sacerdoti non si piegano alle romanticherie anacronistiche dei paladini della "robba vicchje".

AMLETO