Forse bisogna rimettere le cose a posto. Se leggo che un assessore (anzi più di uno) ha preso l'idrante dei vigili del fuoco per coadiuvare a spegnere un incendio, mi prudono la mani e devo aggredire la tastiera. Voglio salvare la "diligenza del buon padre di famiglia", ma tutto il resto è pura stonatura. Perchè il suo posto non è quello.
È preoccupante 'sta storia che porta a mescolare ruoli, competenze, attribuzioni, funzioni. Tu t'aspetti che un amministratore abbia messo in campo azioni, strategie e fondi per tutelare il territorio, e invece te lo ritrovi con l'idrante in mano, dopo o durante la calamità; ma prima?
Per evitare di ritrovarsi lì, cosi plasticamente coinvolto, cos'aveva fatto?
Nella fattispecie degli incendi di quella zona di Teramo poi, vi è da notare che essi si ripetono praticamente ogni anno, creando evidentemente un vulnus per il quale sembrava obbligatorio l'intervento. Un amministratore pubblico ha ruolo, compiti e funzioni definiti dalla norma e quindi la solerzia che prodiga nel fare ciò che non gli compete, dovrebbe essere applicata principalmente ed esclusivamente per fare ciò a cui è invece chiamato.
La frenesia interventista, l'assunzione di ruoli non normati eppure ricoperti con spasmodico traporto, alimentano il dubbio (in uno come me, Amleto, fortissimo) che il richiamo di flash e telecamere arda dentro come un incendio.
E il trafelato tono di dichiarazioni e comunicati?
La potenza della debolezza induce a pronunciare parole che non si comprende se rassicuranti, allarmate, definitive, chiare. Insomma, perfino di fronte all'emergenza ogni cosa appare fuori contesto, confusa, inappropriata, inadeguata; in una parola: fumosa.
AMLETO
(foto: il Centro - l'assessora Ciammariconi, porta via un cane dal canile, durante l'incendio di Carapollo - tra quelli a carico del Comune di Teramo, negli ultimi tempi sono morti 15 cani, ed è divenuto un caso politico)