Fra pochi giorni sarà un mese che Sauro Vantaggi non c'è più. Era commerciante ed artigiano arcinoto in città, grazie al suo centralissimo negozio di ricambi per elettrodomestici.
Sauro se n'è andato e il suo negozio-bottega ha chiuso.
La sua attività apparteneva a quel mondo di commercianti e artigiani che, meritatamente fortunati per alcuni decenni, ormai arrancavano, anche se ricorrevano a mille stratagemmi; ora però la modernità li fagogita, abbandonati alla temperie dei tempi e all'indecenza di chi dovrebbe proteggerli e invece se ne frega. Se penso alla scomparsa di Sauro, mi torna in mente "L'uddeme landò" la poesia con la quale Alfonso Sardella separa, nella comune inconsapevolezza, un mondo da un altro.
Ecco, il mondo di questi "operatori economici" (così li chiamano oggi, probabilmente per collocarli nelle caselle delle deleghe politico-amministrative) sta scomparendo; era fatto - uso l'imperfetto consapevolmente - di luoghi più che di spazi, di volti più che di marche, di parole più che di slogan, di incontri più che di preferenze, di fiducia più che di targhette superinformative. Era un mondo dove l'umanità si calava nell'amicizia e l'amicizia si coniugava nella condivisione del tempo e dei sorrisi.
Non vorrei sostanziare queste righe con la nostalgia: sarebbe un esercizio tanto retorico quanto inutile.
Voglio trasmettere l'urlo di Sauro, che chiedeva a noi concittadini di continuare a credere nel patrimonio che essi sono e a chi dovrebbe prodigarsi per sostenerli con azioni e opere, di non umiliarli facendosi loro portavoce solo per incassare prebende elettorali.
AMLETO