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Sto per annunciare che stamane mi sono vestito.
Nulla di diverso dalla prassi ormai invalsa di dare pubblicità alle questioni più ovvie, scontate.
Che si aggiusti una strada, che si puliscano aree verdi, che si riattivi l’illuminazione, che si comprino banchi per le scuole o che si abbattano le barriere architettoniche, ormai è un florilegio di comunicazioni, da tutte le parti, con tanto di corredo fotografico e dichiarazioni d’autore.
Così gli organi di informazione propinano ogni giorno ciò che a pensarci bene, non dovrebbe essere detto; perché un amministratore che faccia ciò per cui è primariamente pagato, ti aspetti che lo faccia e basta; senza dircelo.
Noi lo diamo per scontato.
A dire il vero, io m’aspetterei un comunicato in altri casi, e cioè quando le cose che vanno fatte non si fanno.
Se non aggiusti la strada, me lo fai sapere perché il disagio permane e devo essere informato; se le barriere architettoniche non sono abbattute, lo devo sapere così mi attrezzo per far entrare il disabile a scuola; se non compri i banchi, mi industrio e faccio in modo che mio figlio possa star seduto e avere una scrivania...  Invece se hai assicurato tutto questo, hai semplicemente fatto il tuo dovere, con buona pace delle dichiarazioni trionfali.
La verità, forse, sta altrove.
Sta nel fatto che assistiamo, impotenti spettatori, al trionfo dell’ordinario, che sempre più sostituisce, nelle azioni e nella comunicazione, lo straordinario.
Viene da pensare che non ci siano più scatti di creatività, che non si sia più capaci di pensare e progettare, che manchi una sostanziale visione di sistema capace di dettare percorsi politici e indirizzi strategici.
Meglio rifugiarsi in qualche redditizia certezza piuttosto che avventurarsi in rischiose visioni del futuro, azzardi che metterebbero a repentaglio posizioni acquisite. Insomma, il dilagare di notizie-non notizie fa pensare che esse servano a coprire il vuoto dell'incapacità o della volontà.
Perciò si comunica in ragione della visibilità che fa scaturire consenso inerme e indifferente.
Ah, mi sono messo le scarpe; dichiaro che sono belle e pulite.. e mi porteranno lontano.
AMLETO