In questo articolo, e me ne scuso subito, parlerò di cacca. L'argomento mi indurrebbe a ricorrere a termini più appropriati di quelli che userò per descrivere e giudicare, ma il mio lignaggio e soprattutto il rispetto verso il lettore, mi impediscono di ricorrere alle parole più spicce.
Qui si parla della cacca dei cani, quella che prospera abbondantemente in tutte le vie in tutti i giardini in tutte le strade e in tutte le piazze. Bisogna riconoscere che uno spirito di autentica democrazia muove i benefattori dei quattrozampe, che consentono loro di abbandonare gli escrementi in ogni dove, senza differenza alcuna tra centro e periferia, quartieri residenziali e siti popolari, probabilmente ritenendosi nel diritto di farlo, in virtù della magnanimità che dispensano per prendersi cura dei tenerissimi animali.
E così sono guai per i pedoni, per chi esce di fretta da casa, per i proprietari di negozi e per i bambini, costretti a rinunciare alle capriole nei giardini, ormai appannaggio dei cani e dei loro non raccolti bisogni. Sublimazione di tutto ciò, sono le bustine colorate nelle quali talvolta vengono racchiuse le cacche, lasciate poi nello stesso posto del primo "deposito" o poco lontano, a marcire al sole o alla pioggia se non appese a qualche inferriata, pubblica o privata. Ma che volete, cosi facendo, i padroni il dovere richiesto l'hanno fatto: la cacca è tolta.. e la coscienza è pulita, quella sì.
Qualche volta ho provato io stesso ad invitare i proprietari dei cani a rimuovere ciò che i loro affezionati animaletti avevano lasciato sul marciapiedi per la gioia dei passanti e le risposte sono state sempre le stesse: "fatti i cazzi tuoi", "ma dove vuoi che la vadano a fare" oppure un silenzio stizzito, una girata di spalle e via.
Tutto questo è un meraviglioso esempio di civiltà, uno straordinario spaccato di comunità progredita, una stupenda ed efficace rappresentazione del rispetto e del decoro urbani. Il punto è che così si scatena l'ennesima guerra tra chi rivendica i rispettivi diritti e la comunità si viene lentamente disgregando, arroccandosi sulle ragioni individuali, la città si impoverisce socialmente e nel decoro, finendo, appunto, nella.. cacca.
Qui dovrebbe entrare in gioco chi ha il compito di temperare, armonizzare, definire e far rispettare i diritti . Ma come sempre, la fantasia supera la realtà e l'esempio dell'ordinanza mai applicata che vietava ai proprietari degli "animali da compagnia" (straordinario eufemismo,vero?) di sporcare la città e imponeva perfino di andare in giro con l'attrezzatura necessaria, è la più chiara rappresentazione della consapevolezza che hanno i governanti del proprio ruolo e della sempiterna prova, anche qui, di coscienza pulita, quella si.
Per carità: almeno sull'argomento li dispensiamo dalla responsabilità principale ma almeno potrebbero dimostrare in questo la loro sensibilità.
Resta che io, ormai, non mi "Fido" più di nessuno.
AMLETO