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OtruCarissimo direttore, stavolta comincio con una domanda e finirò con un'altra. Ecco la prima: cos'è una città? Io l'ho sempre pensata come un luogo dove è bellissimo vivere, articolato in mille possibilità che rendono piacevole lo stare insieme ma anche lo starsene da soli. Una città curata con amore, dove esistono luoghi nei quali i bambini possono divertirsi, correre e fare comunella; dove esistono spazi per il semplice passeggio, esaltato dallo splendore dei monumenti e dei palazzi storici cui fa da contr'altare la vivacità delle vetrine, luminose e accattivanti; dove esistono ambiti in cui gli anziani si sentono protetti, gratificati; dove la disabilità, in ogni sua forma, è accolta con naturalezza. Una città i cui spazi verdi sono specchio della bellezza dei suoi abitanti e che offre costantemente il piacere del brulichio di tanti, del brusio degli innamorati, delle grida sfrontate dei ragazzotti: tutto a riempire vie e piazze. Penso che la città sia un luogo dove la cultura si esprima pienamente, in un diritto assicurato da strumenti, iniziative, possibilità, spazi, per la fruizione o la proposta. E il turismo: una risorsa per la quale sono messe in campo intelligenze, fantasia e creatività. Una città dove è piacevolissimo mangiare e bere nelle ore notturne, ma chi lo fa ha come prima regola il rispetto incondizionato dei residenti. La città, luogo dove lo sport è praticato senza le strozzature di orari, impianti, primogeniture. Mi figuro le vie di una città pulite, piacevoli, gradevoli mentre parole come 'buche, ostacoli, difficoltà' sono escluse dal vocabolario dei cittadini. Vedo il traffico urbano come l'opportunità per muoversi ordinatamente. Immagino la politica di una città, come disinteressata, ammirabile, limpida, dove chi assume impegni pubblici, tiene fede ai tempi e alle modalita. Vedo l'ordine urbano, dettato dalle esigenze logistiche dei cittadini. In questa città che ho sempre pensato come normale, non vedo il bighellonare di persone senza arte né parte. Penso da sempre alla città dove l'economia, il commercio, l'imprenditoria sono il fulcro di una vitalità felice, appagata eppure sanamente inquieta e dinamica. Così come l'artigianato, l'espressione prima di manualità e intelligenza creatività. La scuola poi, in questa città, è il primo luogo di incontro dei giovani, dove le parole importanti sono educazione, conoscenza, tenerezza, per plasmare, il loro futuro e aiutarli ad andare verso il proprio destino. Una città capoluogo, infine: attrattiva, autorevole, necessaria, indispensabile. Mi fermo qui. La domanda: Teramo è una città, caro direttore?
AMLETO