• CANTORO
×

Avviso

Non ci sono cétégorie

StorianobUna piccola storia nobile mi tocca raccontare, non banale e non solita come tante. Parafraso Francesco Guccini per narrare una vicenda tutta teramana che colpisce, emoziona, incanta forse . E che si fa ammirevole, degnissima. Parliamo di una piccola attività artigianale condotta appassionatamente, da sola, da una giovane donna e che è una ricchezza. Beninteso una ricchezza per la comunità, tutt'altro che per lei, che invece è costretta a barcamenarsi tra scadenze, pagamenti, contributi e tutto il resto che assottiglia i margini di guadagno del suo esercizio. Non manca, nei cahiers de doleances, la chiusura delle scuole (o il ritardo della loro ricostruzione), bacini vitali per la sua attività che adesso invece sono tristissimamente silenziosi e vuoti. Eppure lei, testardamente e coraggiosamente, continua; va avanti e sapete perché? Per rispetto del nonno, per amore del padre, per vincolo con la sua città. Il primo, dice lei: "Aveva aperto in piena guerra perché diceva che almeno un tozzo di pane, grazie a questo esercizio, avremmo potuto comunque averlo; e come faccio io, oggi a chiudere?" aggiunge con una smorfia tra il rassegnato e il compiaciuto. E poi il padre, notissimo artigiano teramano, oggi scomparso: :"Mi ficcò qui dentro quasi per caso, avevo 15 anni e un giorno mi disse 'vieni, devi aiutarmi a fare una cosa'; da quel giorno non sono uscita più". Il suo tempo è il tempo del lavoro , le sue relazioni sono quelle della bottega, dove ancora ci si chiama per nome; le sue speranze sono quelle che la dura fatica quotidiana le permette di immaginare; il suo sguardo è quello di chi vola lontano . Così conferma il valore della tradizione familiare e continua ad accarezzare nel suo cuore quel prezioso vincolo, vitale per sè e per il suo spirito. Negli anni la tenacia si è fatta sempre più solida, sebbene non siano mancati i momenti di scoramento. Il suo negozio è rimasto quello di sempre: nulla è cambiato, con gli scaffali un po' retrò, con il bancone d'altri tempi, con i modi e le conversazioni amichevoli che l'algido uso dei nostri contemporanei esercizi, non conosce più; in un domani indefinito forse nulla cambierà, a dispetto dei moderni negozi con i loro accattivanti"corner", con le vetrine luminose, con le proposte irresistibili... dovrà tirare avanti.. almeno altri 900 giorni... ma poi lei spera di farcela, e il vocio dei ragazzini tornerà a riempire le sue giornate e quel piccolo mondo antico che lei custodisce. Cosa c'è di esemplare in questa storia, tanto da meritare le colonne di un giornale (sempre per tornare a Guccini)? Di esemplare ci sono persone così, che ancora sanno regalare a una Teramo distratta (e talvolta perfino beffarda) queste isole di bellezza, e sanno proporre nella semplicità di una passione del cuore, un rapporto che non è solo dettato dalle ragioni del commercio o da quelle della velocità ma da quelle di una umanità spesa per un sogno. Una umanità vera, che spalanca un io che si fa noi. In quella donna vedo il commovente abbraccio ad un passato che non vuol finire, che lei non vuol dimenticare. In quella donna vedo una natura che è passione, sentimento, animo, coraggio. Una "natura indomita", questa davvero sì, ma senza comunicati o selfie, lontana anni luce dal riguardo e dalle attenzioni della classe dirigente, che nulla fa per accompagnare o favorire i suoi sacrifici. D'altronde, "i politici han ben altro a cui pensare", conclude Guccini.
AMLETO