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Screenshot_2025-04-12_alle_04.41.10.pngQuel corso così pieno, quando lo struscio era quasi un obbligo: andare lì, unirsi al proprio giro di amici e “fare le vasche”, che se buttavi 50 lire era difficile toccassero terra.. Quelle strade così rumorose, che le macchine transitavano libere da vincoli del nuovo Codice della strada e delle avanzate Zone a Traffico Limitato. Quegli esercizi così pieni, si trattasse di alimentari, di negozi di scarpe o di vestiti, che entravi e dovevi sempre aspettare il tuo turno, dopo quello dei clienti che erano entrati prima. Quei ragazzini, li vedevi sorridenti, benintenzionati, appagati; che urlicchiavano gaudenti, e ti mostravano, senza saperlo, di avere tutta la vita davanti. E’ difficile non abbandonarsi alla nostalgia, se giri in città oggi. Il corso vuoto, i negozi senza clienti o con le saracinesche serrate, le strade senza gradevole chiasso, i ragazzini che non sai dove sono andati a finire; il dialetto scomparso e sostituito da suoni di altre lingue sconosciute, lontane, talvolta forse anche ostili.... Già, cosa è diventata la città? Desertificata, imbrattata, offesa, logorata, oltraggiata; insomma, un non-luogo, un posto dove andare solo a dormire, a pagare tasse e tributi, ad ubriacarsi e fare le indecenze più impunite, per poi scappare via lasciando vuoto, sporcizia, impudicizia e disorientamento in chi ha ancora il coraggio di viverci e di lavorarci. Molto è cambiata la città, soprattutto negli ultimi anni. Sembra non più animata e sembra che nessuno la ami più: nè cittadini nè governanti: solo compiti da sbrigare e stellette di latta da appuntare al bavero per elettorale memoria. Lo si vede nello stato delle strade, nell’anarchia che autorizza ogni prevaricazione, nelle facce delle persone, nella sciatteria dei modi, negli argomenti della comunicazione pubblica e privata: vuoti, inutili e lontani da ciò che interessa davvero. Per di più oltraggiata, la città, da finte proposte che vengono ammantate di ogni deliziosa finalità e che invece sono rimedi imbarazzanti e ignoranti buone per oscurare i sintomi della decadenza, senza curarne le cause reali. Alberga così, un caos rassegnato, invisibile, senza tener conto del passato anche vicino e del futuro ormai prossimo. Un impoverimento costante, progressivo, irrimediabile ha preso possesso di abitudini e stili urbani.
E quel che è altrettanto grave, è l'acquiescenza dei più, finita nell'indifferenza. Niente più vasche, perciò, ma tutti in apnea.

AMLETO