Oggi, 1° agosto, entreranno in vigore i dazi del 15% sulle merci europee dirette negli Stati Uniti. Una simulazione del Centro Studi di Confindustria ha stimato che, a seguito dell'aumento dei dazi al 15%, l'export italiano potrebbe perdere circa 22,6 miliardi di euro, che difficilmente potranno essere compensati neanche con un aumento delle esportazioni verso mercati alternativi. Gli Usa, infatti, sono il terzo mercato di destinazione dei prodotti italiani, dopo Germania e Francia, e nel 2024 i prodotti esportati negli Stati Uniti hanno raggiunto un valore di 66,4 miliardi di euro. Questi dazi colpiranno quindi diversi settori nazionali, dall'alimentare fino al farmaceutico e ai beni di lusso. In generale, comunque, nel 2024 il valore degli scambi tra Unione Europea e Stati Uniti ha superato i 1.600 miliardi di euro (di cui 108 miliardi di scambi tra Italia e USA). L'UE, in particolare, esporta verso gli USA molti più beni di quanti ne importi: lo scorso anno sono stati esportati negli Stati Uniti circa 503 miliardi di euro di beni, a fronte di importazioni di 347 miliardi, con un surplus di circa 156 miliardi di euro. Se si guarda ai servizi, tuttavia, l'Unione ha un deficit di 100 miliardi di euro: questo è dovuto alla presenza dei big tech americani (Amazon, Microsoft, Alphabet, ossia la società madre di Google) che dominano l'80% del mercato europeo.