All’improvviso, e senza preavviso, i Martiri Pennesi della piazza teramana loro dedicata, hanno raccolto le ossa e se ne sono andati. Al loro posto, un misterioso signor Pennesi, mai visto né conosciuto, che ha preso possesso delle targhe. Colpo di scena, sul quale ci piacerebbe conoscere l’opinione dell’assessora Pina Ciammariconi, eroina della toponomastica creativa, già candidata al Nobel per la Correzione di Bozze in contesto urbano.
Sempre - ovviamente - che un’opinione ce l’abbia.
Chissà, magari l’assessora ha voluto tentare la strada della modernità, con un aggiornamento lessicale: Martiri? Troppo impegnativo per il turista medio. Pennesi è più smart, più glamour, suona bene anche con Google Maps.
Qualcuno teme che il prossimo passo sarà ribattezzare corso San Giorgio in “Corso Giorgio” – magari per non discriminare i laici. E chissà che la nostra vulcanica assessora non voglia sostituire piazza Garibaldi con “Piazza Gerry Baldi”, più appetibile per i turisti low cost, prima di fare - per par condicio - della nostra piazza più importante semplicemente “Piazza Libertà”.
Cara assessora, Piazza Martiri Pennesi ricorda la fucilazione del 23 settembre 1837 a Teramo di otto dei partecipanti al moto antiborbonico registratosi nella città di Penne il 23 luglio dello stesso anno, erano il notaio Antonio Caponnetti, i fratelli Francescantonio e Giuseppe D’Angelo, Francesco Paolo Montricchia, Emidio Antico, Bernardo Brandizi, Ambrogio Palma e Giuseppe Toppeta.
In attesa che lo faccia lei, li ricordiamo noi.