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IMG_3345_2.jpgGiardini del Pascal,  campo da volley improvvisato: due paletti di ferro piantati nel terreno come due idee testarde, e in mezzo un nastro biancorosso da cantiere che tenta, con tutta la dignità possibile, di fingersi rete. Sembra un’opera d’arte contemporanea sulla resilienza — o sull’ottimismo disperato di chi crede che basti un po’ di immaginazione per far sport. Qui non serve l’arbitro, tanto nessuno sa dove finisce il campo, e le linee sono nella testa dei giocatori. Eppure, in un pomeriggio di sole, quel nastro si muove al vento come se davvero aspettasse la battuta decisiva. È un monumento all’improvvisazione italiana: un po’ arrangiato, un po’ geniale, assolutamente inutile — ma irresistibilmente vivo.