“Hì scappàte annìnze a la cumpagnìje? Pare che troppo ne saàte…” chiede Giacobbo ad un amico che al ritorno in paese sembra precedere gli altri. Forse va più leggero? chiede. A proposito, dove sono stati? Perché la compagnia si è sciolta? Si sono mal capiti? Deve stare attento a non scompagnarsi dagli altri, per non restare isolato. Forse gli conviene fare il ritratto degli amici per poterli ritrovare quanti ne sono. Gli deve dare “’na peselijàte ine conta tutta”. E’ possibile che gli altri mangiano e bevono e lui lo lasciano “olme”. Come li ha trattati Guglielmo sabato scorso? A la mezza quaresima? Si rifà i conti, tra Pasqua, quaresima e altre ricorrenze, tra cui carnevale, per capire se la mezza quaresima può capitare di sabato. La risposta è che “à simbre menùte de sabbate e simbre de sabbate venarrà”, aggiungendo il suo consueto intercalare: “pe’ ddèce”. Poi chiede: “Facìste a scocciapignìte?” E certo che lo hanno fatto, Guglielmo per quelle ricorrenze segue sempre la tradizione. Quando è mezza quaresima e “te’ l’mmitìte”., “pe’ ddìce…”….
Poi ci sta “cummàre Julande… la moje, pe’ dìcete”…, che distribuisce “gianduje ciucculàte, cumbitte… a jummèlle”. Ha chi gliele riporta? “La fìje c’à spusàte llà la Svizzere… duhua è che sta?”. Quando torna le gliele riporta, maa dalla Svizzera gliele manda pure, “lu pustaròle lu sa quanta sudìte…”. Ce va “’na settemmàne scì e ine no”. Il monologo-dialogo di Giacobbo prosegue parlando “de giargianìse e ‘mbetèuse”, lungo un filo discorsivo che serpeggia attraverso argomenti diversi, proponendo un ritratto assai vivo di un mondo rurale che non c’è più quando egli, nei primi anni ’90, lo descrive nei suoi interventi nella trasmissione a Verde TV “Era Teramo”, curata dalla figlia Clem Cimini.
ELSO SIMONE SERPENTINI