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Ivan Graziani, teramano, in una giornata teramana, in uno dei suoi ritorni a Teramo, ancor prima di essere eletto consigliere comunale e quando a Teramo aveva ancora la casa, al Campo Fiera. Ivan Graziani prima al Palascapriano, tifoso biancorosso ad un incontro di pallamano, a cui confessa di aver assistito per la prima volta, e poi allo “Svarietto” di Carlo Marcone, dove, in piedi su alcune scalette del giardino (che non c’è più, o almeno non è più quello), a beneficio degli amici scelti presenti, suona la sua chitarra e canta uno dei suoi pezzi, facendolo precedere da un “se me n’arcorde”, con alle spalle quel Nino Dale nella cui orchestra aveva esordito come chitarrista, prima di spiccare il volo come solista. Poi attacca: “Se la mia chitarra piange dolcemente…”. Peccato per la qualità del video, non eccelsa, ma l’eccezionalità dello spezzone, tra i non moltissimi salvatisi e rimasti dell’immenso archivio della vecchia TELEPONTE, ne giustifica la riproposizione. Per le sensazioni che esso restituisce e per la malinconia che le accompagna. Il servizio, di Roberto Almonti, è del 5 novembre 1985. L’intervista gliela fa al Palascapriano Patrizio Visentin e Ivan dice che è venuto a trovare i genitori e i nonni sepolti al cimitero. Visentin gli chiede il titolo del prossimo suo brano e lui risponde facendo marameo e dicendo, in dialetto teramano: “’Nze po’ fa”.
ELSO SIMONE SERPENTINI