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Nel novembre del 1992 c’era già Pasquale Limoncelli. Anzi… c’era da tempo, c’era già negli anni ’60, quando fece venire a Teramo Pasolini e altri grandi della cultura nazionale. Oggi c’è ancora. Era inascoltato allora come lo è oggi. Nell’intervista con Clem Cimini (nella trasmissione da lei condotta “Era Teramo”) che ripropongo parla di tutto, come sempre, e giudica. Parla di Teramo e dei teramani, come sempre. E il suo è un tono di dolce e rammaricato rimprovero per una neghittosità di cui Teramo e i teramani sono stati sempre colpevoli. Ascoltiamolo, anzi… ri…ascoltiamolo. Perché le cose che diceva nel 1992 le dice anche oggi, senza che riesca a trarne i benefici effetti che si augurava allora e si augura ancora oggi che è nonagenario. Parla di Teramo con affetto, ma con rimpianto per ciò che Teramo era stata e nel 1992 non era più e che oggi è ancora meno. Si dice che negli anziani le parole siano sagge, ma la saggezza dovrebbe stare in chi ascolta gli anziani e dovrebbero trasformare in realtà le loro idee. Nell’invitare a riascoltare il Pasquale Limoncelli del 1992 non possono che consigliare a tutti una giusta riflessione.
ELSO SIMONE SERPENTINI