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sabrina del gaoneForse è questo insegnare: fare in modo che a ogni lezione scocchi l’ora del risveglio.
(Daniel Pennac)

Continuavo a ripensare a questa frase, questa mattina, mentre contemplavo l’aula magna dell’Istituto Moretti di Roseto. Perché è raro che, in una scuola italiana, si possa davvero intuire il senso profondo delle parole di Pennac. Far scoccare l’ora del risveglio, è il compito primo della missione di chi insegna, ma troppo spesso la scuola se ne dimentica. Così, scoprire che in una scuola di provincia, in una cittadina che non è neanche capoluogo, si pratica la scuola del risveglio, è stata una scoperta. Merito della preside (lo so che si chiama dirigente etc, ma per me preside dice tutto) Sabrina Del Gaone, che ha saputo stravolgere il quotidiano agire della ministeriale burocrazia scolastica italiana e portare, ai suoi ragazzi, il più importante degli insegnamenti: l’ora del risveglio, Guardare, dal mio osservatorio privilegiato di moderatore dell’incontro, gli occhi di quei ragazzi, per due ore e più attenti e interessati, è stato un bagno di speranza. E non si parlava di temi facili: Pietro Folena e don Aniello Manganiello parlavano di papa Francesco e di Berlinguer, di Comunismo e di Chiesa, di teologia della liberazione e di politica della partecipazione, con la doppia lettura critica dell’evaporazione delle ideologie e di un certo senso della fede. E questo era solo uno, l’undicesimo, degli incontri organizzati nell’Istituto dal “Premio Borsellino”, esperienza straordinaria di incontri sui grandi temi. I ragazzi della preside Del Gaone, in questo istituto di Roseto, sono la testimonianza di una scuola che non ha bisogno di essere “buona”, ma deve essere semplicemente quello che è: una scuola. Dove si impara… a pensare. Grazie, preside, di questa mattinata, di quello che fa e che tanti suoi colleghi non fanno, di quello che i ragazzi un giorno capiranno e di aver dimostrato che portare a scuola i temi veri della vita, non significa togliere ore alle materie “curriculari”, ma costruire uomini e donne migliori.

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Foto MIMMO CUSANO