• MCDONALDS
×

Avviso

Non ci sono cétégorie

danielafaccioliniIl neo direttore di Super J Daniela Facciolini si dimette dall'emittente e lascia la carica di direttore e di amministratore unico. E lo fa con una lettera che qui di seguito riportiamo: «Rendo noto d’aver convocato l’Assemblea Straordinaria della Editoriale Vibrata S.r.l., titolare dell’emittente televisiva denominata Super J, a seguito degli incarichi di Amministratore Unico e di Direttore Responsabile, affidatimi da poco più di un mese. All’ordine del giorno le irrevocabili dimissioni da qualsiasi incarico e rapporto di lavoro, per essere venuta meno la necessaria ed autonoma operatività strategica e quotidiana nell’allestimento del palinsesto televisivo della prossima ed imminente nuova stagione. L’indispensabile rapporto fiduciario che avrebbe dovuto contraddistinguere il rapporto professionale si e’ esaurito sul nascere, nella brevissima esperienza maturata da Direttore Responsabile e da Amministratore Unico. Innegabilmente l’amarezza è tanta, per aver contribuito a fondare Super J, nell’estate 2013, unitamente all’editore Imerio Venanzi ed a pochissimi altri professionisti, che ringrazio».

 

Due riflessioni s'impongono. La prima è rifetita all'editore, che in poco meno di un mese si ritrova a perdere due direttori, prima quello storico. Walter Cori, poi Daniela Facciolini, che di Walter Cori era stata spalla fin dalla fondazione e che oggi, nel ricordare quegli inizi, però non cita lo stesso Cori, a testimoniare l'esistenza di una "crisi" che l'editore ha probabilmente gestito nella maniera peggiore, alla luce dei fatti di oggi. Purtroppo, è sempre difficilissimo trovare editori che colgano la differenza dei ruoli, tra chi di una testata è "proprietario", cioè l'editore e chi - per dirla con Montanelli - ne è il "padrone", cioè il direttore. Sta all'editore dare la linea politica della testata e affidarsi poi alle capacità del direttore. Purtroppo, spesso chi "paga" pretende di spiegare ai giornalisti come si fa il nostro mestiere, e questo crea inevitabili conflitti. Davanti ai quali, il giornalista, se lo è davvero, non ha che una strada. Andarsene. Certo, non mancano direttori capaci di esercizi di agilità dorsale, che si inchinano davanti all'editore, genuflettendosi. Ma i giornalisti sono altra cosa.

La seconda riflessione è per Daniela Facciolini: le modalità della "cacciata" di Walter Cori erano, probabilmente, un segnale da non sottovalutare. Almeno, si sarebbe risparmiata un mese di "amarezza".