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martegianimauroIl ruolo di Sindaco si può declinare in due modi. Si può “fare” il Sindaco. E si può “essere” Sindaco. Quelli che “fanno” il Sindaco non saranno mai capaci di creare un rapporto ematico con la loro città. Quelli che “sono” Sindaci, invece saranno cittadini tra i cittadini. Poi, c’è Mario Martegiani, che Sindaco di Basciano lo è stato dalla nascita alla morte. Nel vero senso della parola. Perché l’amore della sua città è stato totale fin dalla nascita e lo ha accompagnato fino alla morte. Anche quando era, apparentemente lontano, dalla scena pubbliuca, non ha mai smesso di “pensare” da Sindaco.
Al punto che il 6 novembre di due anni fa ha scritto una lettera ai suoi concittadini, che ha consegnato alla famiglia perché venisse letta dopo la sua morte.

E così è stato.
Questa è la lettera

Amatissimi concittadini, grazie per essere venuti a salutarmi per l’ultima volta , scusatemi se non ho potuto più trascorrere del tempo con voi , ma l’età e la malattia non me lo hanno consentito. Mi affido a queste poche righe per esternarvi quanto amore ho per questo paese, quanto ho sofferto per la sua gente nei momenti di difficoltà e quanto ho gioito per le sue fortune.
Sono nato a Basciano da una famiglia umile ma onesta che mi ha trasmesso il senso dell’impegno sociale , del duro lavoro e del rispetto degli altri.
Sono cresciuto nel convincimento profondo che questa comunità potesse avere uno sviluppo e voi, miei cari concittadini, una vita serena ed un futuro prosperoso connotato dalla solidarietà. Questo pensiero abbiamo condiviso sempre con Nicola ed Aristide due compagni leali, onesti e che hanno sempre amato come me questa comunità. A loro ho sempre pensato nei momenti di maggior difficoltà di questo paese negli ultimi anni specie dopo il terremoto e per me è come se fossero stati ancora al mio fianco. Ho avuto l’onore di amministrare questo paese per venti lunghi anni , forse potevo fare di più, ma certamente ho profuso tutte le mie energie per dare sviluppo alla nostra comunità, nell’ambito delle mie possibilità e capacità. Ricordo con struggente nostalgia la trasformazione di questo paese in realtà industriale con l’insediamento della Sebino est diventata poi Golden Lady, le Trafilerie. Come quando, insieme ad alcuni amici , inseguimmo il sogno di una Banca locale , un sogno diventato splendida realtà e della quale sono orgoglioso di essere stato socio fondatore e promotore.

La nostra inesperienza, entusiasmo , convinzione e gioia nell’ideazione ed organizzazione della sagra del prosciutto, senza nemmeno immaginare quanto onore e vanto avrebbe portato alle nuove generazioni che , sapientemente, l’hanno custodita e migliorata negli anni.
Il passato fa parte del presente e del futuro , non dimenticatelo mai,e la mia esortazione è quella di essere uniti ed avere a cuore solo il bene della gente e lo sviluppo della collettività.
No all’odio, alla divisione, ma serenità . Confrontatevi nelle diversità e voletevi bene senza escludere mai nessuno. Continuate a pensare a come far crescere sempre di più questo paese non fatelo morire mai e portatelo agli onori delle cronache per le capacità dei suoi cittadini e per la sua bellezza. Vi ho tanto amato ed è profondamente radicato in me questo amore che nulla potrà scalfirlo .
A chi ha l’onere di amministrare suggerisco di creare unione e farlo insieme ai cittadini. Non fate albergare nei vostri cuori l’odio perché è solo fonte di distruzione. Tutto passa ma le opere buone sono indistruttibili e danno ancor più lustro alle capacità che ognuno di voi esprime.
Grazie a tutti indistintamente, a quanti mi hanno rispettato ed a coloro che mi hanno dimostrato il contrario.
Vi stringo tutti in un grande abbraccio che durerà per l’eternità , perché vi amerò per sempre .
Mario