Tutto parte dalle azioni messe sul mercato a 9,53 euro, quando la Banca Popolare di Bari comprò la Tercas. Azioni che ora si scambiano a 2,38 euro. La magistratura pugliese sta indagando per capire se si è trattato di normali operazioni o se l'istituto abbia in qualche modo ingannato i risparmiatori con operazioni che gli stessi risparmiatori non avrebbero voluto effettuare. E negli ultimi giorni, la Procura di Bari ha messo il primo punto proprio nell'inchiesta sui risparmiatori che hanno visto svalutare le proprie azioni della Banca popolare. Un punto che si sostanzia nella chiusura delle indagini nella formalizzazione di un’accusa di truffa nei confronti di alcuni funzionari e di vertici dell'istituto di credito. A ricevere nei giorni scorsi l’ avviso di conclusione delle indagini, sono stati infatti il presidente del consiglio di amministrazione, Marco Jacobini e l'allora direttore generale (oggi amministratore delegato) Vincenzo De Bustis.
Si tratta, in questa fase, di un solo caso, quello di una signora di 84 anni che aveva acquistato le azioni proprio all’epoca dell’acquisto della Tercas. Secondo la Procura, la signora aveva investito 130 mila euro convinta di “orientarsi a favore di investimenti che le consentissero di proteggere il capitale e ricevere flussi di cassa periodici, costanti e prevedibili”, insomma: rischio zero e un piccolo reddito garantito. Invece, si sarebbe ritrovata a causa di “artifizi e raggiri” di due funzionari che avrebbero approfittato della sua “particolare situazione di vulnerabilità” dovuta evidentemente all’età, “ad acquistare prodotti finanziari illiquidi e a elevata rischiosità”. Col crollo delle azioni, la signora avrebbe perso un sacco di soldi. E a deciso di fare causa alla Banca. Ora, sarà la magistratura a decidere se sia stata truffata o meno. E se lo siano stati anche tutti gli altri risparmiatori che hanno mosso causa alla Popolare. Intanto la banca annuncia - proprio per gli azionisti delusi - un plafond da 350 milioni per finanziare prestiti personali a tassi vantaggiosi o mutui fino a 40 anni, con polizze vita a carico della banca, per un massimo di 300 mila euro.