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gianguidoLa paventata chiusura a tempo indeterminato del traforo del Gran Sasso da parte di Strada dei Parchi, costituisce l'ennesimo grave schiaffo al nostro territorio e alle nostre popolazioni già duramente ferite dagli ormai noti eventi. Altrettanto grave risulta l’atteggiamento di chi, assieme all’INFN e alle istituzioni, non può ritenersi fuori dalla problematica, con la mancata risoluzione ad oggi della complessa vicenda della messa in sicurezza dell'acquifero del Gran Sasso.
Chiusura che va, quindi, impedita e scongiurata.
È inaccettabile, infatti, che si continui a giocare sulla pelle dei cittadini, attraverso la mancata assunzione di responsabilità da parte dei soggetti coinvolti, non affrontando radicalmente il nodo della questione, la cui definitiva risoluzione -dopo decenni di colpevole inerzia da parte della politica e delle istituzioni - oggi non è più rinviabile.
Contrariamente ad alcune affermazioni da parte di esponenti delle istituzioni, che si leggono ancora oggi, qui non sono in gioco interessi da bilanciare. Il bene “Acqua” non è un interesse ma un valore rispetto al quale tutte le altre esigenze in campo devono passare in secondo piano.
Anche alla luce della linea tracciata dalla Regione Abruzzo con la D.G.R.n. 33 del gennaio 2019, risulta chiaramente essere un compito del Governo disporre progetti, percorsi e coperture finanziarie per la messa in sicurezza definitiva. E’ opportuno comunque ribadire che la soluzione non dovrà passare attraverso la inaccettabile proposta della realizzazione della terza canna.
A tutte le istituzioni e a tutti gli altri soggetti pubblici e privati coinvolti, va rivolto l’ultimo e forte richiamo alla responsabilità!
Una responsabilità che parte dalla consapevolezza che quella della messa in sicurezza definitiva della nostra acqua dovrà essere trattata come un’emergenza di carattere nazionale, da affrontare con immediatezza e con l’impiego di misure straordinarie. La stessa nomina di un Commissario Straordinario potrebbe avere un senso solo se accompagnata da una seria responsabilità istituzionale, dalla previsione di progetti sostenibili ed efficaci e soprattutto da risorse finanziarie ingenti, adeguate e immediatamente disponibili. Da non tralasciare, inoltre, la contestuale necessità di poter disporre di strutture di controllo tali da consentire alle comunità locali il monitoraggio continuo sui lavori di volta in volta eseguiti.
Se così non fosse, sarebbe solamente un ripercorrere una storia già vista del cui fallimento ancora oggi, come e più di ieri, stiamo pagando le conseguenze.
E su questa linea noi Sindaci continueremo a far sentire tutti insieme, con tutti gli strumenti disponibili, la voce dei nostri territori offesi, già mettendo in atto le procedure necessarie per un incontro con il competente Ministero dell’Ambiente e dei Trasporti.

Gianguido D'Alberto